Vietnam. Vo Van Thuong nuovo presidente

di Alberto Galvi

L’Assemblea nazionale del Vietnam ha confermato Vo Van Thuong come nuovo presidente del paese, nel mezzo di una vasta campagna contro la corruzione. La campagna ha portato all’arresto di dozzine di funzionari, con molte delle accuse di corruzione relative ad accordi conclusi nell’ambito della risposta alla pandemia di Covid-19 del Vietnam. Il Partito Comunista ha stabilito a gennaio che Phuc era responsabile di illeciti commessi dai suoi ministri quando era primo ministro durante il periodo 2016-2021, prima che diventasse presidente.
Dopo che il Partito Comunista al potere lo ha nominato come unico candidato, i legislatori hanno confermato Thuong come presidente, figura in gran parte di carattere cerimoniale. La presidenza è una delle prime quattro posizioni politiche in Vietnam. L’Assemblea nazionale ha votato per Thuong con un totale di 487 deputati su 488 presenti.
La nomina di Thuong arriva durante un periodo di sconvolgimenti politici in Vietnam, dove la lotta tra fazioni nel Partito Comunista ha visto licenziare diversi ministri. L’elezione segue l’improvviso licenziamento a gennaio del predecessore Nguyen Xuan Phuc, accusato dal partito di violazioni e illeciti da parte di funzionari sotto il suo controllo. La rimozione di Phuc dalla carica di presidente è stata vista come una significativa escalation della repressione anticorruzione.
Nel suo primo discorso al Parlamento come nuovo presidente del Vietnam, Thuong ha detto che continuerà la lotta alla corruzione. È membro del Politburo del partito, il massimo organo decisionale, ed è ampiamente considerato vicino al segretario generale del partito. Thuong ha iniziato la sua carriera politica all’università, nelle organizzazioni giovanili comuniste. E’ tuttavia Nguyen Phu Trong la figura più potente del Vietnam, ed è il principale artefice della battaglia del partito contro la corruzione.
Thuong è stato in precedenza vice capo del Comitato direttivo centrale per la prevenzione e il controllo della corruzione dal 2021, ed è stato anche capo del dipartimento centrale di propaganda del partito, una posizione che ha una forte influenza sulla libertà di parola e di stampa nella Repubblica Popolare del Vietnam.