Violazioni contro i bambini: l’Onu inserisce Israele nella “lista della vergogna”

13mila i bambini palestinesi uccisi dal 7 ottobre.

di C. Alessandro Mauceri

Mentre i media continuano a parlare di possibili negoziati per un cessate-il-fuoco e Hamas ha mostrato qualche piccolo segno positivo rilasciando alcuni ostaggi, i bombardamenti dell’esercito israeliano continuano a mietere vittime civili, tra cui molti bambini. Ad essere stati violati non sono solo i diritti dei palestinesi, ma anche un numero indicibile di trattati sui diritti internazionali umanitari.
Una situazione che ha costretto le Nazioni Unite ad aggiungere Israele (e Hamas) alla lista globale degli Stati e dei gruppi armati che hanno commesso violazioni contro i bambini. Già lo scorso anno erano stati decine i paesi (24 parti in 15 situazioni) aggiunti alla “lista della vergogna” del segretario generale per ulteriori violazioni o indagate ulteriormente in vista di una possibile inserimento. Il portavoce di Guterres, Stephane Dujarric, ha dichiarato che la decisione di anticipare l’inserimento di Israele e Hamas nel rapporto annuale “Children in Armed Conflict” è stata “una cortesia concessa ai paesi che sono stati recentemente inseriti nell’allegato” del rapporto stesso. “È stato fatto per dare a quei paesi un avvertimento ed evitare fughe di notizie”, ha detto Dujarric, aggiungendo che il rapporto sarà presentato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 14 giugno.
“Questo è semplicemente oltraggioso e sbagliato”, ha scritto il rappresentante israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan. “Ho reagito alla vergognosa decisione e ho detto che il nostro esercito è il più morale del mondo. L’unico ad essere inserito nella lista nera è il segretario generale che incentiva e incoraggia il terrorismo ed è motivato dall’odio verso Israele”. Erdan ha detto di essere stato informato della decisione dal capo di gabinetto del segretario generale delle Nazioni Unite. “L’esercito israeliano è l’esercito più morale del mondo, quindi questa decisione immorale non farà altro che aiutare i terroristi e premiare Hamas”, ha insistito Erdan. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che l’ONU si è “aggiunta alla lista nera della storia quando si è unita a coloro che sostengono gli assassini di Hamas”. Anche Israel Katz, ministro degli Esteri israeliano, ha annunciato che questa decisione avrà un impatto sulle relazioni del suo paese con l’ONU, già molto tese.
Il rapporto che verrà pubblicato tra pochi giorni è stato redatto dalla rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per i bambini e i conflitti armati, Virginia Gamba. In esso si parla dell’uccisione, della mutilazione, dell’abuso sessuale, del rapimento o del reclutamento di bambini e della negazione dell’accesso agli aiuti e dell’attacco a scuole e ospedali anche precedenti la data del 7 ottobre. Dall’inizio dell’invasione della Striscia di Gaza, il 7 ottobre 2023, si stima che siano stati uccisi più di 13mila bambini. Nei giorni scorsi, nonostante i ripetuti inviti al cessate-il-fuoco, le forze armate israeliane hanno bombardato una scuola gestita dall’UNRWA nel centro di Gaza, causando la morte di decine di bambini.
Secondo le affermazioni di alcuni funzionari delle Nazioni Unite riportate dall’autorevole The Guardian, già in passato Israele aveva rischiato di essere inserito in questa lista. Si era salvato solo grazie alle pressioni politiche esercitate da alcuni alti funzionari israeliani. “Ci sono già stati alcuni anni in cui ci sono state violazioni accertate da parte delle forze governative israeliane e dei gruppi armati palestinesi, ma non sono mai state elencate”, ha detto Ezequiel Heffes, direttore del gruppo per i diritti umani Watchlist on Children and Armed Conflict.
Recentemente, su richiesta della Missione permanente di Malta presso le Nazioni Unite, il rapporto del seminario politico annuale di gennaio 2024 di Watchlist sui bambini e i conflitti armati (CAAC) è stato adottato come documento ufficiale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (S/2024/335). In un altro rapporto di Watchlist on Children and Armed Conflict, “A credible List” pubblicato ad aprile 2024 e contenente informazioni su gravi violazioni commesse contro i bambini in 20 situazioni nazionali nel corso del 2023 partendo dai dati verificati delle Nazioni Unite e ad altri resoconti affidabili, si riporta che “Le forze israeliane sono state documentate come responsabili di gravi violazioni contro i bambini in ogni rapporto annuale dal 2005. Nel rapporto 2023 l’ONU ha rilevato che nel 2022 le forze di difesa israeliane (Idf) sono state responsabili di 42 casi accertati di omicidio e 1.087 casi di mutilazioni di bambini palestinesi”.
Dal 7 ottobre 2023 la situazione è peggiorata in modo considerevole. “Questo è un grosso problema perché questo è un quadro che è stato creato per proteggere i bambini dagli effetti dei conflitti armati”, ha detto Heffes. Le Nazioni Unite avevano discusso negli anni precedenti con le Idf e i gruppi armati palestinesi, cercando di convincerli a mitigare i danni ai bambini.
Secondo Heffes, una volta che uno stato o un gruppo che viene inserito in un rapporto come quello che verrà pubblicato nei prossimi giorni, le Nazioni Unite dovrebbe impegnarsi “affinché tali parti intraprendano azioni che possano servire a prevenire future violazioni”. Resta da capire quali misure potrebbero essere adottate: finora nessuno ha pensato a inviare i caschi blu e le altre misure si sono rivelate assolutamente inutili sia all’interno del territorio palestinese e israeliano che per ciò che riguarda i rapporti con altri Stati. Nessuno ha parlato di embargo, o di esclusione di Israele dalle Olimpiadi. Oggi Hamas ha voluto dare un segno positivo rilasciando alcuni ostaggi. Al contrario, Israele ha continuato i bombardamenti sulla Striscia di Gaza.