Western Union Clandestine Committee: alle origini della difesa europea

di Enrico Malgarotto –

Molti hanno descritto l’attuale guerra tra Russia e Ucraina come un ritorno preponderante della Storia nel presente, se si considerano le modalità e i mezzi con cui si sta svolgendo il conflitto. In questo contesto di riarmo massiccio da parte dei diversi Paesi europei, risulta interessante chiedersi quali settori della Difesa saranno potenziati e quale modus operandi sarà posto in essere per arginare le eventuali minacce di Mosca. Nell’era della cyberwar e dell’intelligenza artificiale, una politica difensiva da parte dei Paesi NATO basata non solo sulla tecnologia ma anche su metodologie tattiche che qualcuno considerava parte del passato, come la guerra cosiddetta non ortodossa o non convenzionale, molto più simile alla guerriglia, potrebbe apparire ancora un elemento capace di fare la differenza in un contesto bellico sul suolo europeo? La questione non può trovare una risposta adeguata considerato che tale piano di riassetto è solo all’inizio e che certe tematiche, come quelle relative all’Unconventional Warfare saranno tutelate da un più che legittimo riserbo, ammesso che gli Stati intendano intraprendere anche questa strada.
Inoltre l’esigenza attuale da parte degli Stati europei di ritrovare una propria dimensione anche nel campo della sicurezza consente di prendere in esame quelli che sono stati i tentativi tra il 1945 e il 1950 da parte delle cancellerie del Vecchio Continente di costituire proprie strutture difensive come la Western Union.
La Western Union è stato un organismo creato nel marzo del 1948 tra Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo attraverso il cosiddetto Trattato di Bruxelles su iniziativa dell’allora ministro degli esteri inglese Charles Bevin. L’Unione mirava alla collaborazione tra i Paesi firmatari non solo in materia militare, ma anche economica e culturale nel contesto di una sempre maggiore tensione tra il blocco occidentale e quello orientale. È necessario precisare che nel 1947 Parigi e Londra strinsero un accordo di mutua assistenza passato alla storia come Patto di Dunkerque, che impegnava le due parti in caso di aggressione da parte della Germania. Quando si comprese che quest’ultima non sarebbe stata più una minaccia per i Paesi confinanti, si decise di estendere questo accordo anche agli altri Stati come quelli del Benelux portando il totale a cinque. All’interno della WU, venne costituito quello che sarebbe stato, a pieno titolo, il braccio difensivo della struttura denominato Western Union Defence Organization (WUDO), istituito ufficialmente nel settembre del 1948. I comandi della struttura erano divisi tra Londra e Fontainebleau, Francia. Nella capitale britannica si era installato il Defence Committee, il massimo organo politico, composto dai Ministri della Difesa dei Paesi firmatari, mentre nel castello francese vi era il Vertice militare nella persona del Field Marshall Bernarde Montgomery con il relativo Staff e Ufficiali francesi e britannici responsabili del settore terrestre, aereo e navale. La Western Union venne integrata all’interno della NATO a partire dal 1950 mentre nel 1954 con il Trattato di Parigi che modificava il precedente Trattato di Bruxelles, la WU divenne Western European Union, in cui vennero ammesse anche l’Italia e la Germania, dando la possibilità al governo di Bonn di entrare a far parte del sistema difensivo occidentale.
All’interno della WU nel 1949 venne anche costituito, su iniziativa del Secret Intelligence Service (SIS) l’agenzia per lo spionaggio all’estero inglese, uno speciale comitato denominato Western Union Clandestine Committee (WUCC), incaricato di coordinare le attività difensive in materia di guerra non ortodossa poste in essere dai Servizi segreti dei cinque Paesi firmatari più gli Stati Uniti come osservatori. Ma da dove trae origine questa filosofia operativa? Seppur con le dovute precisazioni, i diversi movimenti di liberazione che interessarono i Paesi europei nel corso della seconda guerra mondiale non si limitarono a combattere nel corso del conflitto ma sono stati anche alla base dei piani di difesa degli Stati occidentali nel contesto della cosiddetta guerra fredda. Nelle fasi immediatamente successive alla fine del secondo conflitto mondiale, le Forze Armate dei diversi Paesi europei (ad eccezione di quelle britanniche e in misura minore quelle francesi) si trovarono impossibilitate a garantire una difesa credibile contro le nuove minacce che stavano emergendo in quel momento. Perciò in questa fase così delicata solo l’iniziativa di esponenti politici e militari che avevano preso parte attiva alla resistenza permise di ricostituire in chiave antisovietica alcune organizzazioni partigiane attive durante la guerra.
I governi in esilio dei Paesi europei che conobbero l’occupazione tedesca furono coinvolti nella creazione di movimenti di resistenza coordinati dai Servizi segreti alleati, come lo Special Operations Executive (SOE) britannico e l’Office of Strategic Service (OSS) statunitense. L’organizzazione segreta inglese, creata appositamente nel 1940 per compiere atti di sabotaggio e sovversione dietro le linee nemiche impiegando propri agenti o addestrando e supportando i diversi movimenti di resistenza locali, ebbe un ruolo chiave. Al punto che fu proprio su iniziativa soprattutto inglese (seguita poi dagli Stati Uniti) che nel dopoguerra in tutti i Paesi europei (compresi quelli che si sarebbero dichiarati neutrali) vennero costituite strutture di carattere militare coordinate dai Servizi segreti locali con lo scopo di garantire la liberazione in caso di occupazione sovietica attraverso azioni di sabotaggio, guerriglia ma anche informative e di esfiltrazione nel territorio occupato. Stay-Behind (SB) è il termine inglese con cui vengono ricordate queste strutture e ne riassume perfettamente la filosofia operativa in quanto le operazioni di guerra sarebbero avvenute, appunto, dietro le linee nemiche.
In conclusione, nel contesto della nuova sfida che il teatro europeo sta affrontando la NATO, che nel corso dei decenni ha ereditato e perfezionato la dottrina della guerra non ortodossa, sicuramente potrà ancora trarre vantaggio da queste esperienze del passato.