WHO European Regional Obesity Report 2022: allarme obesità

di C. Alessandro Maceri –

Negli ultimi due anni in Europa non si è parlato che di pandemia di COVID-19. Ma la principale causa di disabilità e di morte in questa parte del pianeta è un’altra: l’obesità. A dirlo e il rapporto “WHO European Regional Obesity Report 2022” dell’Organizzazione mondiale della Sanità. “Quasi due terzi degli adulti e 1 bambino su 3 nella regione europea dell’OMS vivono con sovrappeso o obesità e questi tassi sono ancora in crescita”. “L’obesità è tra i principali determinanti di morte e disabilità nella Regione, la condizione è causa di 13 diversi tipi di cancro e deve essere curata e gestita da team multidisciplinari”. A confermare che si tratta un pericolo da non trascurare è il direttore regionale dell’OMS per l’Europa, Hans Henri P. Kluge: “L’obesità non conosce confini. In Europa e in Asia centrale nessun singolo Paese raggiungerà l’obiettivo globale della NCD dell’OMS di fermare l’aumento dell’obesità. I Paesi della nostra regione sono incredibilmente diversi, ma ognuno è sfidato in una certa misura. Creando ambienti più abilitanti, promuovendo investimenti e innovazione nella salute e sviluppando sistemi sanitari forti e resilienti, possiamo cambiare il trend dell’obesità nella regione”.
L’obesità è associata a molte malattie non trasmissibili (NCD), comprese le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e il cancro. A livello globale sovrappeso e obesità sono al quarto posto come fattore di rischio di morte (dopo ipertensione, rischi alimentari e tabacco). Secondo l’OMS, nei prossimi decenni, l’obesità supererà il fumo come principale fattore di rischio per il cancro prevenibile (in alcune zone d’Europa) e secondo i dati FAO “Senza un’inversione di tendenza, entro il 2025 saranno obese o malnutrite una persona su due”.
Eppure, finora, poco i niente è stato fatto per cambiare questa situazione. I dati della FAO confermano che, a fronte di un numero crescente di persone che muore (letteralmente) di fame sta aumentando anche il numero delle persone sovrappeso o obese. 650 milioni di adulti e 120 milioni i giovani tra i cinque e 19 anni sono obesi. Le cause non sono genetiche ma prima di tutto epigenetiche e sociali. A cominciare da una alimentazione sbagliata e poco attenta ai reali fabbisogni dell’organismo.
Il rapporto dell’OMS sottolinea diversi aspetti importanti: “L’obesità è una condizione, non solo un fattore di rischio, che deve essere trattata e gestita in modo specifico”. “La prevalenza dell’obesità negli adulti nella regione europea è più alta che in qualsiasi altra regione dell’OMS ad eccezione della regione delle Americhe. Gli ultimi dati mostrano che il sovrappeso e l’obesità causano più di 1,3 milioni di morti nel mondo ogni anno, ma anche questi numeri possono essere sottovalutati. Nella Regione Europea, sovrappeso e obesità hanno raggiunto proporzioni epidemiche, con livelli di prevalenza più elevati tra i maschi (63%) rispetto alle femmine (54%). In Europa, le percentuali tendono ad essere più elevate nei paesi con redditi più elevati. I livelli più alti di sovrappeso e obesità si trovano nei Paesi del Mediterraneo e dell’Europa orientale. Le disuguaglianze educative sono diffuse, con una maggiore prevalenza di obesità riscontrata nelle persone con un livello di istruzione inferiore”.
La pandemia di COVID non ha solo distratto l’attenzione da questo problema (peraltro noto già prima della diffusione del coronavirus): ha reso il problema dell’obesità ancora più serio. Le persone obese o in sovrappeso, infatti, presenterebbero maggiori probabilità di avere complicazioni (e di morire) in caso di infezione dal COVID-19. “Durante l’attuale pandemia, le persone hanno avuto una maggiore esposizione ai fattori di rischio dell’obesità, compreso un aumento dello stile di vita sedentario e del consumo di cibi malsani”.
Kremlin Wickramasinghe, capo ad interim dell’Ufficio europeo dell’OMS per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili, ha lanciato un appello: “L’obesità è influenzata dall’ambiente, quindi è importante guardare a questo problema dalla prospettiva di ogni fase della vita. Ad esempio, la vita di bambini e adolescenti è influenzata dagli ambienti digitali, compreso il marketing di cibi e bevande malsani. Abbiamo imparato nel tempo che una singola politica non funzionerà. Per avere successo come Paese o Regione, abbiamo bisogno di un pacchetto completo di interventi. Nessun singolo Paese è stato in grado di introdurre tutte queste politiche contemporaneamente. È importante dare la priorità a 2 o 3 politiche da implementare ora e avere un piano fattibile per introdurre il resto degli interventi. Limitare la commercializzazione di alimenti malsani ai bambini, la tassazione delle bevande zuccherate e il miglioramento della risposta del sistema sanitario per la gestione dell’obesità sono attualmente tra le aree politiche più attivamente discusse nella regione europea dell’OMS”.
Poche le misure concrete per far fronte a questo problema. “Stiamo assistendo alla globalizzazione dell’obesità” ha dichiarato il direttore generale della FAO José Graziano da Silva. “Non possiamo più concentrarci unicamente ad affrontare la fame – ha sottolineato Graziano da Silva – L’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero due fa riferimento all’eliminazione di ogni forma di malnutrizione, e i livelli di sovrappeso e obesità continuano a crescere in tutto il mondo. Mentre la fame è circoscritta ad alcune aree, l’obesità è ovunque”. Una nuova/vecchia pandemia che nessuno però ha cercato di fronteggiare. Nessuno ha osato mettersi di fronte alle politiche delle grandi multinazionali e contro la povertà che è ormai chiaro essere una delle cause della cattiva alimentazione. Sì perché nel mondo quando si parla di “cibo”, il problema non è solo la scarsa disponibilità di cibo (basti pensare a quanto se ne butta ogni anno). Il problema è che si mangia male.
“L’obesità è una delle più grandi sfide per la salute pubblica del 21° secolo. Sia le società che i governi devono agire per frenare l’epidemia. Le politiche nazionali dovrebbero incoraggiare e fornire opportunità per una maggiore attività fisica e migliorare l’accessibilità economica, la disponibilità e l’accessibilità di alimenti sani”, dice il sito dell’OMS dedicato al problema dell’obesità.
Per cercare di far comprendere i pericoli connessi con questa “pandemia”, l’OMS ha avviato una serie di dialoghi politici per combattere l’obesità in tutta la regione europea dell’OMS. Eventi sub-regionali saranno realizzati anche nei paesi dei Balcani occidentali, dell’Asia centrale e di altre parti della regione (come quello a Skopje, Macedonia del Nord, in occasione di un evento di alto livello a cui hanno partecipato Elizabeta Gjorgievska, First Lady della Macedonia del Nord, e Bekim Sali, ministro della Salute) allo scopo di informare la popolazione e trovare nuovi modi per prevenire un’epidemia di obesità.
“Abbiamo imparato nel tempo che una singola politica non funzionerà. Per avere successo come paese o regione, abbiamo bisogno di un pacchetto completo di interventi. Nessun singolo paese è stato in grado di introdurre tutte queste politiche contemporaneamente. È importante dare priorità a 2 o 3 politiche da attuare ora e avere un piano fattibile per introdurre il resto degli interventi “, ha dichiarato il dottor Kremlin Wickramasinghe, capo facente funzione dell’Ufficio europeo dell’OMS per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili . “Limitare la commercializzazione di cibi malsani ai bambini, tassare le bevande zuccherate e migliorare la risposta del sistema sanitario per la gestione dell’obesità sono attualmente tra le aree politiche più attivamente discusse nella regione europea dell’OMS”. Basta andare in un supermercato o guardare gli spot in televisione per comprendere quanto si sta facendo concretamente per attuare queste misure.