Yemen. Conclusa la conferenza dei donatori a Ginevra. MSF, ‘Crisi umanitaria alimentata dai governi coinvolti nel conflitto’

di Francesca Mapelli * –

Diversi governi si sono incontrati ieri a Ginevra per discutere i fondi da impegnare per affrontare la crisi umanitaria in Yemen. Paradossalmente molti di questi governi, tra cui quello italiano, sono tra i principali esportatori di armamenti verso l’Arabia Saudita e gli altri Paesi coinvolti nel conflitto, che sta causando enormi bisogni umanitari e ostacolando la fornitura di aiuti. Lo ha dichiarato Medici Senza Frontiere (MSF), che in Yemen ha il suo più importante intervento in una zona di conflitto.
In Yemen, l’accesso delle persone ai servizi e agli aiuti primari è gravemente limitato perché le parti in conflitto continuano a distruggere le infrastrutture civili, compreso il sistema sanitario, mentre i loro sostenitori internazionali chiudono un occhio. Un Centro trattamento colera di MSF ad Abs è stato colpito da un attacco aereo della Coalizione guidata dall’Arabia Saudita e dagli Emirati (SELC) nel giugno 2018, il quinto contro una struttura di MSF nel paese da marzo 2015. Un successivo rapporto della squadra incaricata dalla Coalizione di investigare sull’incidente ha indicato MSF come responsabile, invece che vittima, del bombardamento.
Le parti in conflitto hanno creato ostacoli, tra cui restrizioni alle importazioni, ai visti e ai permessi di movimento, che impediscono l’equa distribuzione di assistenza umanitaria secondo i bisogni della popolazione. Nel frattempo, combattimenti e posti di blocco continuano a frammentare il paese, limitando la fornitura di aiuti per molte delle comunità che ne hanno più bisogno.
Queste barriere all’accesso bloccano o ostacolano le organizzazioni umanitarie che cercano di raggiungere alcune aree del paese per identificare e valutare i bisogni delle comunità. Anche quando gli aiuti riescono a raggiungere le persone, restano ampiamente inadeguati.
I donatori, le agenzie delle Nazioni Unite e i loro partner che implementano attività nel paese devono rinforzare l’azione medico-umanitaria e aumentare in modo significativo la propria presenza nel paese per raggiungere più persone e rispondere ai loro bisogni più cruciali.
Carenze sostanziali nel supporto all’assistenza medica di base hanno esposto molte persone a ricorrenti epidemie di malattie prevenibili, come il morbillo, la difterite e il colera.
Anche il fallimento nella protezione dei civili e nell’assistenza ai feriti di guerra è allarmante. Le équipe di MSF vedono aree residenziali e urbane trasformate in campi di battaglia, dove proiettili vaganti, schegge da esplosioni, bombardamenti aerei e mine colpiscono un numero sproporzionato di bambini, donne e persone anziane. Chi riesce a raggiungere le nostre strutture per cercare cure mediche spesso impiega ore di viaggio su strade estremamente insicure che attraversano le linee del fronte. Molti altri non ce la fanno. Molti di questi pazienti sono già stati in altre strutture ma non hanno potuto ricevere le cure di cui avevano bisogno per la mancanza di forniture mediche o personale.
I governi che impegnano i propri fondi devono agire per rimuovere gli ostacoli che impediscono agli aiuti di raggiungere le persone, e garantire che gli aiuti forniti rispondano ai loro effettivi bisogni. La crisi umanitaria in Yemen potrà essere risolta solo quando i governi donatori metteranno fine al loro coinvolgimento nel conflitto e quando porranno le parti in guerra di fronte alle loro responsabilità per la loro atroce condotta, che mette in pericolo la vita di milioni di persone.
Tra essi anche l’Italia, che ha consentito l’invio di munizioni e sistemi militari verso la coalizione a guida saudita nonostante diverse risoluzioni del Parlamento europeo abbiano ribadito la necessità di un embargo sulla vendita di armi all’Arabia Saudita, date le gravi violazioni del diritto umanitario internazionale perpetrate da questo Paese e accertate da autorità competenti delle Nazioni Unite.
Quello in Yemen è il più grande intervento di MSF in una zona di conflitto. Sono più di 2.200 gli operatori umanitari di MSF nel paese, che lavorano in 12 ospedali e centri sanitari e forniscono supporto in altri 20. In totale MSF è attiva in 11 governatorati: Abyan, Aden, Amran, Hajjah, Hodeidah, Ibb, Lahj, Saada, Sana’a, Shabwa e Taiz. Da marzo 2015 a ottobre 2018 MSF ha assistito 973.095 pazienti, ha effettuato 76.436 interventi chirurgici e ha fatto nascere 64.032 bambini.

Yemen: Con il collasso del sistema sanitario tornano le epidemie di morbillo VIDEO dall’ospedale MSF di Abs.
Le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) nell’ospedale di Abs, in Yemen nord-occidentale, stanno affrontando un aumento nel numero di pazienti colpiti dal morbillo. Ogni settimana si registrano dai 25 ai 35 nuovi casi, per la maggior parte bambini provenienti dalle aree rurali del paese.
I casi di morbillo, malattia estremamente contagiosa e oggi una delle principali cause di mortalità tra i bambini yemeniti, sono in aumento in tutto il paese. Nel 2018, MSF ha curato 1.787 persone per il morbillo in Yemen. Il ritorno di epidemie di malattie prevenibili, come il morbillo, il colera e la difterite, è la diretta conseguenza del collasso del sistema sanitario yemenita: metà delle strutture mediche sono danneggiate o non pienamente in funzione, la restante parte soffre della carenza di personale e forniture, e le persone hanno gravi difficoltà di accesso alle cure.
“Il conflitto in corso ha un impatto gravissimo sul sistema sanitario yemenita, che oggi è al collasso. Per questo, nel ventunesimo secolo, stiamo assistendo al ritorno di malattie che sono state debellate nella maggior parte dei Paesi del mondo grazie ai vaccini” dice il dott. Pau Eze, referente medico di MSF, nel VIDEO dall’ospedale di Abs. “Qui in Yemen sono in corso un’epidemia di morbillo e una di difterite, malattie che si possono prevenire facilmente con i vaccini di routine. Nella stanza della quarantena siamo dovuti passare da 4 a 28 posti letto per i casi di morbillo, quasi sempre tutti occupati. La situazione va oltre la nostra capacità”.
In Yemen poter condurre campagne di vaccinazione è fondamentale per prevenire future epidemie.

* Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere.