Yemen. Gli insorti del sud, terzo attore del conflitto, riprendono Aden

di Enrico Oliari

Non è durato neppure 24 ore il controllo da parte dei governativi della città portuale di Aden, i quali l’avevano riconquistata ieri dopo averla persa il 10 agosto. Con una nuova offensiva i ribelli separatisti del sud, terzo attore del conflitto, hanno messo in fuga le truppe fedeli al presidente Abd Rabbo Mansour Hadi le quali, come hanno riportato gli stessi insorti, si sarebbero ritirate nella vicina regione di Abyan.
Abd Rabbo Mansour Hadi può contare sulla coalizione a guida saudita composta, oltre che dall’Arabia Saudita, da Egitto, Giordania, Marocco, Bahrain e Emirati Arabi Uniti, ma il risultato per “l’Onu araba” dopo 4 anni di guerra è pari al fallimento, anche perché il Qatar è stato espulso dalla stessa coalizione lo scorso anno a causa dei contrasti con le altre monarchie del Golfo e soprattutto la sua alleanza, necessaria per prevenire l’isolamento geografico totale, con l’Iran, paese che sostiene gli houthi, mentre il Sudan è alle prese con i suoi problemi interni che hanno portato alla caduta della trentennale dittatura di Omar al-Bashir. Dopo la recente visita di una delegazione emiratina a Teheran, anche gli Emirati Arabi hanno preso a giocare su due tavoli, e per quanto lo strappo con i sauditi si sia in qualche modo ricomposto, i ribelli del sud sostenuti da Abu Dhabi hanno preso a conquistare territori, città e pozzi controllati dai governativi, compresa la stessa Aden. Questa città è stata per lungo tempo la roccaforte di Abd Rabbo Mansour Hadi, lì rifugiatosi con i suoi dopo aver lascato la capitale Sanaa, conquistata dagli houthi.
Si è parlato anche di un accordo fra gli Emirati e l’Iran per spaccare in due il paese, con zona nord e zona sud sotto le due influenze. Al momento è quindi guerra di tutti contro tutti, ma da più parti si paventa l’eventuale unione dei due gruppi di insorti, proprio nella logica di far nascere due nuove nazioni.
La guerra nello Yemen ha preso il via nel gennaio 2015 a seguito del golpe degli houthi (sciiti), dopo che per mesi avevano chiesto invano alcuni riconoscimenti come l’inserimento di 20mila appartenenti alla minoranza sciita nelle forze armate governative, l’assegnazione di 10 ministeri e l’inclusione nella regione di Azal, di Hajja e dei governatorati di al-Jaw. Gli houthi hanno rovesciato il governo di Abd Rabbo Mansour Hadi, ma la situazione dello Yemen oggi è drammatica, con un conflitto che appare senza fine e soprattutto con gravi danni per i civili, costretti alla siccità ed a epidemie di colera, oltre che ai bombardamenti della coalizione che fino ad oggi hanno fatto più vittime fra la gente comune che fra i combattenti.

Yemen: Caos combattimenti ad Aden, MSF riceve 51 feriti in poche ore

di Francesca Mapelli *.

Mercoledì 28 agosto la città di Aden, in Yemen, è stata colpita da nuovi pesanti combattimenti tra diversi gruppi armati. Le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) hanno ricevuto 51 feriti nel giro di poche ore, 10 erano già morti all’arrivo in ospedale.
“Ieri ad Aden è stato il caos totale. Ci sono stati combattimenti per tutto il giorno. Le cose sembrano essersi un po’ calmate oggi, ma le ostilità possono riprendere in qualunque momento” dice Caroline Seguin, coordinatore di MSF in Yemen, che si trova in città.
Gli scontri ad Aden si sono intensificati nelle ultime settimane e oggi all’ospedale di MSF, aperto nel 2012 al centro della città, sono ricoverati 80 pazienti. Ieri sera, un quartiere vicino all’ospedale è stato colpito da un bombardamento della coalizione internazionale.
“Questo è il terzo grosso afflusso di persone ferite in tre settimane e le nostre équipe sono pronte a riceverne altre” continua Caorline Seguin di MSF. “A questo punto è difficile capire quali gruppi controllano i diversi quartieri di Aden. L’aeroporto e l’area circostante sono chiusi e c’è un serio rischio di restare intrappolati nei combattimenti.”
Da quando è iniziata la guerra nel marzo 2015, le strutture di MSF sono state colpite sei volte, di cui cinque da attacchi aerei della coalizione. MSF ha informato i diversi gruppi armati e la coalizione della propria presenza all’ospedale di Aden e della sua localizzazione.
A combattere ad Aden sono principalmente le forze leali al presidente Hadi e le truppe del movimento separatista del sud, il Southern Transition Council (STC). Già alleati contro Ansar Allah, nelle ultime settimane stanno combattendo per il controllo dei governatorati meridionali.
Violenti scontri sono scoppiati anche nei governatorati di Abyan e Shabwah, dove MSF fornisce supporto al sistema sanitario locale attraverso donazioni di farmaci, forniture e attrezzature mediche.
Gli intensi combattimenti delle ultime settimane hanno trasformato Aden in un campo di battaglia con decine di vittime. Tra il 9 e il 12 agosto le équipe di MSF all’ospedale della città hanno ricevuto un afflusso ininterrotto di feriti, fornendo cure mediche a 119 pazienti in meno di 24 ore, di cui 62 richiedevano cure di urgenza. Il 1° agosto, dopo diversi attacchi in due distretti della città, MSF ha ricoverato 16 persone.

MSF lavora in Yemen dal 1986. Attualmente è presente in 12 ospedali e centri sanitari e fornisce supporto a oltre 20 strutture in 11 governatorati. Da marzo 2015 ad aprile 2019, 1.110.771 persone sono state ammesse nei pronto soccorso degli ospedali di MSF o supportati dall’organizzazione. Nello stesso periodo, le équipe di MSF hanno curato 132.859 feriti di guerra o vittime di violenze, effettuato 90.208 interventi chirurgici, fatto nascere 77.905 bambini e curato più di 127.680 casi sospetti di colera.

* Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere.