Yemen. I lealisti cercano di prendere Hodeida, 600 morti dal 1 novembre

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Si intensificano nello Yemen gli scontri ad Hodeida, importante città portuale sul Mar Rosso, che da giorni i lealisti diAbd Rabbo Mansour Hadi, sostenuti dai sauditi, stanno cercando di strappare ai ribelli houthi, appoggiati dall’Iran.
Diverse fonti hanno riferito solo nella giornata di ieri di 150 morti, ma il bilancio dall’inizio della nuova offensiva il 1 novembre è di circa 600 morti, in buona parte ribelli.
Hodeida, che normalmente è abitata da mezzo milione di persone, è sotto attacco dai lealisti dallo scorso giugno.
La guerra nello Yemen ha preso il via nel gennaio 2015 a seguito del golpe degli houthi (sciiti), dietro al quale vi sarebbe l’Iran, che però nega: per mesi i ribelli avevano chiesto invano alcuni riconoscimenti come l’inserimento di 20mila appartenenti alla minoranza sciita nelle forze armate governative, l’assegnazione di 10 ministeri e l’inclusione nella regione di Azal, di Hajja e dei governatorati di al-Jaw. L’intervento della coalizione a guida saudita e che vede coinvolti Egitto, Sudan, Giordania, Marocco, Bahrain, Qatar e Emirati Arabi Uniti, ha permesso la ripresa di una parte dei territori, in particolare del governatorato di Aden, roccaforte del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi, mente la capitale e la zona dei principali impianti petroliferi resta saldamente in mano ai ribelli sciiti, i quali sostenevano l’ex presidente Ali Abdallah Saleh, ucciso da loro stessi dopo che aveva cercato un compromesso con i sauditi.