Yemen. I sauditi chiudono i confini: l’Onu chiede di lasciare passare gli aiuti umanitari

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Dopo che due giorni fa i ribelli houti hanno lanciato un missile balistico, uno Scud di epoca sovietica riadattato, che ha sorvolato Riad prima di essere intercettato ed abattuto, le autorità saudite hanno chiuso ogni frontiera, aerea, marittima e terrestre con lo Yemen. Già due aerei con generi alimentari e medicinali dell’Onu sono stati impossibilitati a raggiungere il paese mediorientale, dove il dramma della guerra civile si unisce all’emergenza colera e alla carestia alimentare.
L’Onu ha quindi chiesto oggi all’Arabia Saudita di rimuovere il blocco e Jens Laerke, portavoce dell’ufficio Onu per gli aiuti umanitari, ha reso noto che “Se questi canali non vengono tenuti aperti, sarà catastrofico per le persone che già si trovano a vivere quella che è stata definita la peggiore crisi umanitaria al mondo”.
Sul caso del missile è intervenuto oggi il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ammonendo l’Iran, colpevole a suo dire di aver fornito il missile agli houthi, e parlando di “diretta aggressione militare” da parte della Repubblica Islamica.
Anche il ministro degli Esteri Adel al-Jubeir ha dichiarato che “le ingerenze iraniane nella regione danneggiano la sicurezza dei Paesi vicini e pregiudicano la sicurezza e la pace nel mondo”, per cui “Non tollereremo alcun attentato alla nostra sicurezza nazionale”.
La guerra nello Yemen ha preso il via nel gennaio 2015 a seguito del golpe degli houthi (sciiti), dietro al quale vi sarebbe l’Iran, che però nega: per mesi i ribelli avevano chiesto invano alcuni riconoscimenti come l’inserimento di 20mila appartenenti alla minoranza sciita nelle forze armate governative, l’assegnazione di 10 ministeri e l’inclusione nella regione di Azal, di Hajja e dei governatorati di al-Jaw. L’intervento della coalizione a guida saudita e che vede coinvolti Egitto, Sudan, Giordania, Marocco, Bahrain, Qatar e Emirati Arabi Uniti, ha permesso la ripresa di una parte dei territori, in particolare del governatorato di Aden, roccaforte del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi, mente la capitale e la zona dei principali impianti petroliferi resta saldamente in mano ai ribelli sciiti, che sostengono l’ex presidente Ali Abdallah Saleh.
A nulla sono valsi fino ad oggi gli sforzi dell’Onu per arrivare almeno ad una tregua duratura, promossi dall’inviato Ould Cheikh Ahmed.
Dopo due anni di guerra le vittime sono secondo l’Onu 8.530 persone, il 60% dei quali civili, e nel paese vi è scarsità di alimentari e di medicinali In queste settimane è emergenza colera.
Sempre secondo l’Onu solo nel 2016 la Coalizione a guida saudita ha ucciso 683 minori yemeniti, molti dei quali bambini.