Yemen. Il ministro degli Esteri EAU, ‘Stiamo combattendo il terrorismo, sconfiggeremo al-Qaeda’

di Vanessa Tomassini –

Il ministro di Stato per gli Affari Esteri degli Emirati Arabi Uniti, Anwar Gargash, ha confermato l’impegno emiratino nel quadro della Coalizione araba, sotto la guida dell’Arabia Saudita, nella lotta contro il terrorismo e nell’affrontare ed eliminare al-Qaeda nello Yemen. Il ministro ha spiegato che l’intervento ha un duplice obiettivo, ostacolare il colpo di stato degli Houthi e l’eliminazione degli elementi legati ad al-Qaeda nel territorio yemenita. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Dubai, a cui era presente il portavoce del generale Muslim al-Rashidi, comandante delle Forze Armate degli Emirati Arabi Uniti, Gargash ha affermato che lo Yemen ha bisogno di una soluzione politica e le milizie Houthi rappresentano un ostacolo al raggiungimento di questo scopo.
“Non consentiremo un cambiamento strategico nella regione a favore dell’Iran attraverso il controllo delle milizie Houthi sullo Yemen”, ha dichiarato il ministro ribadendo l’impegno degli Emirati Arabi Uniti nella lotta contro il terrorismo e l’estremismo nelle varie parti del mondo come pilastro fondamentale della sua politica estera, indicando gli importanti ruoli svolti dagli Emirati in Somalia ed in Afghanistan. Gargash ha avvertito che al-Qaeda era presente nello Yemen prima dell’inizio dell’operazione “Ripristino della Speranza” ed ha beneficiato del deterioramento della situazione, approfittando del caos per espandersi e penetrare nel territorio riuscendo a raggiungere, nel corso degli anni, una grande presenza nel paese, sebbene la Coalizione sia riuscita a drenare l’avanzata qaedista in modo significativo.
Il ministro ha poi rivelato che “Attendiamo con impazienza le consultazioni di Ginevra il prossimo settembre, le quali si spera possano preludere all’avvio di negoziati e di un processo politico che porti a una soluzione politica”, chiarendo che l’intervento militare è necessario in questo momento per il raggiungimento di questa soluzione, avvertendo che “l’ostacolo principale a qualsiasi soluzione politica sono ancora gli Houthi, che hanno sminuito tutte le precedenti iniziative e rifiutato di lasciare le aree civili e di ritirarsi da Hodeidah. Abbiamo trattato il caso di Hodeidah, con molta pazienza e razionalità, e dobbiamo continuare a premere per il ritiro dal porto e dalla città”.
Il governo degli EAU si è detto seriamente preoccupato per la situazione umanitaria nello Yemen e la coalizione araba sta facendo tutto il possibile per fornire aiuti umanitari alla popolazione, cooperando con le organizzazioni internazionali per attuare diversi programmi di aiuti, compresi quelli sanitari contro la diffusione del colera. Il ministro ha invitato la comunità internazionale a condannare i comportamenti degli Houthi in Yemen, nonché le pratiche delle milizie che minano quartieri residenziali, reclutano bambini per spingerli verso i campi di battaglia.
Secondo il ministro degli Esteri degli Emirati, le milizie Houthi non sono pronte a negoziare. “Si preparano solo alla guerra e ai combattimenti, infatti mentre erano in atto gli sforzi Onusiani attorno a Hodeidah, essi scavavano trincee nei quartieri residenziali e cercavano di rafforzare le loro capacità militari” ha detto Gargash. “La coalizione araba avrebbe potuto compiere un’operazione rapida e controllare la città di Hodeidah, ma abbiamo avuto premura di dare all’inviato delle Nazioni Unite la possibilità di svolgere il suo ruolo, specialmente essendo Hodeidah abitata da circa 600mila persone, per questo non siamo voluti entrare in guerriglia con le milizie Houthi” ha proseguito il ministro Gargash.
Il portavoce delle forze armate degli EAU, Muslim al-Rashedi, ha spiegato in un discorso introduttivo gli sforzi sul campo compiuti dagli EAU nella lotta al terrorismo nello Yemen, affermando che la città di Mukalla era divenuta la capitale del cosiddetto “Califfato di Al Qaeda nello Yemen”. L’organizzazione terroristica riscuoteva le entrate petrolifere del paese, ha svuotato le casse della Banca Centrale ed ha rimesso in libertà diversi galeotti. Secondo il generale di brigata l’attuale situazione è molto migliore rispetto a quella del periodo 2012-2014. La presenza di al-Qaeda nello Yemen infatti oggi appare molto limitata dopo che la Coalizione è riuscita a sconfiggere al-Qaeda in molte aree, come Hadramout. Il portavoce dell’esercito emiratino ha sottolineato anche il ruolo centrale svolto dagli yemeniti contro al-Qaeda, sin dall’aprile del 2015 gli Emirati hanno formato circa 60 mila combattenti del posto e gli sforzi proseguiranno fino a quando “la colonna di al-Qaeda in Yemen non verrà spezzata”.
L’organizzazione terroristica in questo momento si troverebbe nella posizione più debole dal 2012, avendo perso più della metà delle sue aree di influenza, con circa 1.500 elementi arrestati, e 200 membri eliminati. Il portavoce ha sottolineato che al-Qaeda non rappresenta solamente un pericolo per lo Yemen, ma anche per la regione ed il resto del mondo in generale.