Yemen. La guerra degli houthi continua: raid sauditi uccidono 3 persone a Sanaa

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Si parla oggi poco della guerra dello Yemen, che ha preso il via nel gennaio 2015 a seguito del golpe degli houthi, dietro al quale vi sarebbe l’Iran che però nega: per mesi i ribelli avevano chiesto invano alcuni riconoscimenti come l’inserimento di 20mila appartenenti alla minoranza sciita nelle forze armate governative, l’assegnazione di 10 ministeri e l’inclusione nella regione di Azal, di Hajja e dei governatorati di al-Jaw. L’intervento della coalizione a guida saudita e che vede coinvolti Egitto, Sudan, Giordania, Marocco, Bahrain, Qatar e Emirati Arabi Uniti ha permesso la ripresa di una parte dei territori, in particolare del governatorato di Aden, roccaforte del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi, mente la capitale e la zona dei principali impianti petroliferi resta saldamente in mano ai ribelli sciiti, che sostenevano l’ex presidente Ali Abdallah Saleh, ucciso da loro stessi dopo che aveva cercato un compromesso con i sauditi.
La guerra civile, che vede un terzo schieramento in al-Qaeda, è costata fino ad oggi 20mila morti soprattutto civili, ma la cifra si alza in modo verticale se si considerano le vittime indirette dell’epidemia di colera e della pandemia da Covid-19. Sono oltre 3 milioni gli sfollati.
In queste ore l’aviazione saudita ha compiuto un raid aereo su Sanaa, la capitale del paese in mano agli houthi, una risposta agli attacchi di ieri a strutture petrolifere di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. I media locali riferiscono che nell’attacco saudita sarebbe stato ucciso un generale in pensione con la moglie e il figlio, mentre fonti vicine ai ribelli parlano di tre operai uccisi, un pakistano e due indiani.
Un rapporto dell’Onu, riportato durante una riunione dall’Alto commissariato per i diritti umani Ravina Shamdasani e ripreso dall’Ansa, indica che a dicembre i raid sauditi sono stati 1.074, mentre dall’inizio di questo mese sono stati 839.
In passato gli houthi hanno attaccato con missili l’Arabia Saudita, dove i morti sono stati 500 circa. Ancora oggi i ribelli sciiti compiono attacchi verso il paese confinante utilizzando droni.
A poco o a nulla sono valsi fino ad oggi i tentativi di istituire un cessate-il-fuoco duraturo tenutisi resto l’Onu a Ginevra.