Yemen. L’inviato dell’Onu Griffiths incontra gli Houthi per convincerli a cedere Hodeida

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Yemen. Continua da ormai 5 giorni la vasta offensiva delle forze regolari yemenite, sostenute dai sauditi, contro i ribelli Houthi ad Hodeida, importante porto del paese.
L’inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Martin Griffiths, si è recato nella capitale Sanaa per interloquire con i vertici dei ribelli al fine di trovare un compromesso su Hodeida, dal momento che lì l’emergenza umanitaria è ormai arrivata a livelli insostenibili. Mentre i regolari hanno già preso il controllo dell’aeroporto, Griffiths sta cercando di convincere gli Houthi a cedere il controllo di Hodeida, città sulla costa occidentale del paese, ad un comitato dell’Onu con lo scopo di evitare nuovi combattimenti sanguinosi con le forze filogovernative.
La guerra nello Yemen ha preso il via nel gennaio 2015 a seguito del golpe degli houthi (sciiti), dietro al quale vi sarebbe l’Iran, che però nega: per mesi i ribelli avevano chiesto invano alcuni riconoscimenti come l’inserimento di 20mila appartenenti alla minoranza sciita nelle forze armate governative, l’assegnazione di 10 ministeri e l’inclusione nella regione di Azal, di Hajja e dei governatorati di al-Jaw. L’intervento della coalizione a guida saudita e che vede coinvolti Egitto, Sudan, Giordania, Marocco, Bahrain, Qatar e Emirati Arabi Uniti, ha permesso la ripresa di una parte dei territori, in particolare del governatorato di Aden, roccaforte del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi, mente la capitale e la zona dei principali impianti petroliferi resta saldamente in mano ai ribelli sciiti, i quali sostenevano l’ex presidente Ali Abdallah Saleh, ucciso da loro stessi dopo che aveva cercato un compromesso con i sauditi.