Yemen. Nonostante le molte vittime civili i sauditi continuano i raid

Medici Senza Frontiere, 'i sauditi smentiscono, ma prigione distrutta e ospedali pieni'.

di Guido Keller

La coalizione a guida saudita ha smentito di aver colpito un centro di detenzione a Saada, nello Yemen, in una serie di raid che, stando alla versione dei ribelli houthi e a quanto riportano le varie ong, avrebbero ucciso centinaia di persone tra cui civili e bambini. Il numero delle vittime non è chiaro dal momento che le fonti, spesso di parte, riportano dati diversi. Certo è che da diversi giorni gli aerei della coalizione istituita dai sauditi nel 2015, che vede coinvolti Egitto, Sudan, Giordania, Marocco, Bahrain e Emirati Arabi Uniti, sta martellando le posizioni dei ribelli sciiti causando morti e procurando danni, tra cui l’interruzione di internet in tutto il paese. Secondo un rapporto dell’Onu a dicembre i raid sauditi sono stati 1.074, altrettanti dall’inizio di questo mese.
Iniziata nel 2014 con il golpe degli houthi, che per mesi avevano chiesto invano alcuni riconoscimenti come l’inserimento di 20mila appartenenti della minoranza sciita nelle forze armate governative, l’assegnazione di 10 ministeri e l’inclusione nella regione di Azal di Hajja e dei governatorati di al-Jaw, quella dello Yemen sembra essere una guerra dimenticata nonostante la gravità: ad oggi è costata almeno 20mila morti soprattutto civili e lo sfollamento di oltre 3 milioni di persone, spesso costrette a condizioni miserrime e sconvolte dalle epidemie di colera.
Ad oggi gli houthi, sostenuti dall’Iran, controllano la capitale Sanaa e la parte occidentale del paese, mentre il governatorato di Aden, già roccaforte del presidente riconosciuto dalla comunità internazionale Abd Rabbo Mansour Hadi, è sotto controllo del Consiglio di transizione; i lealisti detengono anche una parte della costa sullo stretto di Bab al-Mandab, mentre al-Qaeda (Acap) è sviluppata in frazioni della parte centrale dello Yemen, e i miliziani del Movimento del Sud parte della zona centro-meridionale.
I numerosi tentativi di istaurare tregue e cessate-il-fuoco operati dall’Onu e da paesi arabi fino ad oggi non ha portato a nulla, come pure non hanno sortito effetti, salvo per l 500 vittime, i lanci missilistici dei ribelli sulla confinante Arabia Saudita.
Nonostante la smentita saudita, diverse organizzazioni fra cui la Croce Rossa Internazionale hanno confermato il bombardamento sulla prigione di Saada, ed anche il ministero della Salute ha riportato che “Sono 82 le vittime e almeno 266 i feriti in seguito all’attacco aereo della Coalizione guidata dall’Arabia Saudita sulla prigione di Saada”.
Due membri dello staff di Medici Senza Frontiere, che vivono a Saada nelle vicinanze della prigione colpita, hanno riferito di aver sentito aerei da combattimento e tre diverse esplosioni. “Non si può negare ciò che è evidente: è stato un attacco aereo, lo hanno sentito tutti a Saada”, racconta un membro dello staff di Msf. “Vivo a un chilometro dalla prigione e la mia casa ha tremato per le esplosioni”.
Il comunicato di Msf continua: “In una sua dichiarazione, la Coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha definito “infondate e ingiustificate” le segnalazioni sull’attacco alla prigione e ai detenuti. Tuttavia, un membro dello staff di MSF ha confermato di aver visto la prigione distrutta, mentre un altro operatore ha riferito che l’ospedale cittadino di al-Gumhouriyyeh era pieno di feriti”.
“Questo è l’ultimo di una lunga serie di ingiustificabili attacchi aerei della Coalizione guidata dall’Arabia Saudita su luoghi come scuole, ospedali, mercati, feste di matrimonio e prigioni”, ha dichiarato Ahmed Mahat, capomissione di Msf in Yemen. “Dall’inizio della guerra abbiamo spesso assistito ai terribili effetti dei bombardamenti indiscriminati della Coalizione, e i nostri stessi ospedali sono stati attaccati”.