Zambia. Il nuovo ministro delle Finanze Musokotwane e la crisi del debito estero

di Alberto Galvi

Il nuovo ministro delle Finanze dello Zambia, Situmbeko Musokotwane, è stato nominato al suo ruolo dal presidente recentemente eletto Hakainde Hichilema per cercare di tirare fuori il paese africano da una prolungata crisi del debito attraverso i colloqui con l’IMF (International Monetary Fund).
Lo Zambia è diventato il primo paese in default sovrano del continente africano nell’era del coronavirus: fin da novembre il secondo produttore di rame dell’Africa non è riuscito a tenere il passo con la restituzione dei 12 miliardi di dollari di debito estero, ed ha un Eurobond da 750 milioni di dollari in scadenza l’anno prossimo, che non è in grado di rimborsare.
Musokotwane è stato ministro delle Finanze tra il 2008 e il 2011, sia durante il governo del defunto presidente Levy Mwanawasa, sia durante quello del presidente Rupiah Banda. Musokotwane deve ora affrontare intricate trattative con creditori, anche rivali, nella speranza di giungere ad una rapida risoluzione dei problemi di debito.
I 12 miliardi di dollari di debito estero dello Zambia sono divisi in Eurobond di circa 3 miliardi di dollari, debiti bilaterali di 3,5 miliardi di dollari, agenzie di prestito multilaterali, come l’IMF, di 2,1 miliardi di dollari e debito con le banche commerciali di 2,9 miliardi di dollari.
Un quarto del debito estero dello Zambia è detenuto dalla Cina o da entità cinesi, cosa che rende difficili i negoziati con l’INF. Musokotwane presenterà un piano di budget, mentre si cercherà di aumentare la produzione annua di rame e di far crescere i posti di lavoro.
Attualmente la produzione annuale di rame dello Zambia è di circa 800mila tonnellate, che dovrebbe aumentare entro il 2026 fino a 2 milioni di tonnellate.