Altro che risoluzione della crisi siriana: Mosca invia la “Admiral Chabanenko”

di Enrico Oliari –

Si presenta tutt’altro che in via di risoluzione la crisi siriana, non tanto per l’ennesimo fallimento dell’ennesima conferenza degli “Amici della Siria”, tenutasi a Parigi pochi giorni fa, o per il nuovo “Piano Annan”, dove, questa volta, verrebbe attribuito un ruolo positivo dell’Iran: in Siria vi è sostanzialmente una situazione di stallo, dove si controbilanciano gli interessi occidentali con quelli innanzitutto di Russia e Cina, paesi entrambi con il diritto di veto al Consiglio di sicurezza dell’Onu.
La Russia in particolare non può permettersi di perdere l’unico paese dell’area che ancora è sotto la propria influenza, poiché quasi tutti i paesi mediorientali hanno sul loro suolo basi statunitensi, dall’Egitto fino al Kirghizistan.
Posizione anomala, per non dire imbarazzata, quella di Israele, il quale dipende dalla Siria per il gas (le pipelines attraversano la Giordania e risalgono il Sinai, ora in mano ai Fratelli Musulmani) ed ancora occupa le alture del Golan, ricche di acqua (da più parti si è notato un atteggiamento morbido degli al-Assad sulla questione).
Già da tempo nel porto siriano di Tartus è presente un contingente russo con navi, mezzi, aerei ed impianti missilistici, ma è notizia di oggi dell’invio da parte di Mosca di un gruppo di navi militari della Flotta del Nord, fra le quali il potente anti-sommergibile “Admiral Chabanenko” e tre mezzi da sbarco di grandi dimensioni.
La “Admiral Chabanenko” ha velocità che può arrivare a 32 nodi, è armata con artiglieria complessa AK-130, sistemi anti-aerei e lanciatori per missili antinave “Mosquito”. E’ parte della marina Russia dal 28 gennaio 1999 e dal novembre 2009 all’aprile 2010 l’equipaggio ha perlustrato il Golfo di Aden nella lotta alla pirateria somala. Ha una lunghezza di 162,8 metri, pesa 8900 tonnellate. L’equipaggio è composto da 296 persone, tra cui 32 ufficiali.