Arafat assassinato con il polonio. I sospetti ricadono su Israele, nel pieno dei negoziati di pace

di Enrico Oliari

arafat uccisione grandeArafat assassinato. Avvelenato nel 2004 da una dose di isotopo di polonio, il metalloide radioattivo e volatile che si trova in piccolissime quantità nei minerali di uranio, lo stesso usato per eliminare nel 2006 a Londra l’ex colonnello dei servizi segreti russi e poi dissidente Alexandr Litvinenko.
La notizia non è da poco, anche se sono passati ormai nove anni dalla morte del 75enne leader  dell’Autorità Nazionale Palestinese e prima ancora dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), contestato Premio Nobel per la Pace (consegnato insieme ai leader israeliani Shimon Peres e Yitzhak Rabin) per l’opera di diplomazia compiuta al fine di rappacificare le popolazioni dei Territori Occupati e di garantire al popolo palestinese il riconoscimento del diritto ad uno Stato proprio: il referto di 108 pagine redatto da specialisti dell’università di Losanna è infatti arrivato oggi, nel pieno dei negoziati di pace voluti insistentemente dal Segretario di Stato Usa John Kerry, che già proseguono a fatica per la caparbietà degli israeliani di continuare a costruire dove non possono, a Gerusalemme Est e nei Territori occupati.
Dalla Svizzera, da Losanna, è stato inviato alla vedova di Arafat, Suha, il plico in cui vi è scritto che si riscontra un “innaturale alto livello di polonio radioattivo nelle costole e nel bacino” della salma di Arafat e che c’è “un 83% di probabilità che sia stato avvelenato”.
A pubblicare il rapporto degli specialisti è stata la tv panaraba al-Jazeera, che li ha avuti dalla vedova, per “Rivelare un vero crimine, un assassinio politico”, i cui sospetti ricadono sui Servizi segreti israeliani.
I quali (ma non poteva essere diversamente) hanno respinto ogni addebito: il portavoce del ministero degli Esteri Igal Palmor ha dichiarato che tale accusa “Non ha niente a che vedere con Israele, ne’ ha la minima credibilità. Questo è un altro episodio dell’interminabile telenovela tra Suha Arafat e l’Autorità nazionale palestinese”. Ha poi aggiunto che “la base scientifica dell’indagine è piena di falle” perché non ha tenuto conto dei luoghi in cui è stato Arafat prima di morire ne’ si sono interrogati i medici che assisterono il leader palestinese all’ospedale di Parigi”.
Quello di Losanna è solo uno dei tre filoni di indagine che hanno previsto la riesumazione della salma di Arafat e Palmor ha fatto notare che laboratorio russo che conduceva il terzo filone dell’indagine aveva parlato di assenza di sostanze radioattive, per poi ritornare sui suoi passi: “La teoria dell’avvelenamento ha più lacune che sostanza” – ha concluso Palmor.