BAHREIN. Gp, protesta prosegue, gara si farà in circuito blindato

TMNews, 21 apr 12 –

L’opposizione sciita in Bahrein ha annunciato stamane la scoperta del cadavere di un uomo sul luogo di una manifestazione notturna anti-regime, “selvaggiamente” repressa in un villaggio non lontano dal circuito di Shakir dove si terrà il Gran Premio di Formula Uno. Una gara quella di domani che si svolgerà in un circuito “blindato” da un imponente schieramento delle forze di sicurezza; per i dirigenti della FIA, il Gran Premio del Bahrein si farà perchè è benvoluto dalla “maggioranza della popolazione”. Quella denunciata oggi, è la prima vittima annunciata a margine del Gran Premio di Formula 1 in Bahrein, dove le prime prove libere sono cominciate ieri in previsione della corsa in programma domenica sul circuito di Sakhir, vicino a Manama. Ma decine di persone sono morte nella repressione del movimento di contestazione iniziato nel febbraio 2011 sotto l’egida degli sciiti, in maggioranza nella popolazione, contro la dinastia sunnita minoritaria che governa il piccolo stato-isola del Golfo. Verso la fine della giornata di oggi, diecimila manifestanti si sono dati appuntamento presso Darraz, un villaggio sciita a 10 chilometri a nord del circuito di Shakir. I dimostranti hanno scandito slogan ostili al regime, gridando ripetutamente “nessuna concessione”, prima di essere dispersi dalla polizia senza incidenti, come ha riferito un militante dell’opposizione. Il militante ha aggiunto che una marcia verso il circuito, convocata dagli attivisti anti-regime, non ha avuto luogo a causa della massiccia presenza delle forze di sicurezza. Secondo altre testimonianze, nella notte, decine di persone hanno inscenato delle proteste all’ingresso di numerosi località sciite situati a pochi chilometri dal circuito. Proteste convocate dal movimento “Giovani del 14 febbraio”, un collettivo radicale; lo stesso che ha indetto “tre giorni di collera” in concomitanza con il Gran Premio di domenica, sotto lo slogan “No alla formula di sangue”. Questa mattina “al Wefaq” principale gruppo dell’opposizione sciita ha reso noto il nome della vittime affermando che “il cadavere del martire Salah Abbas” è stato scoperto a Shakhura, un villaggio vicino a Manama, dove una manifestazione ostile al regime è stata “selvaggiamente” repressa dalle forze di sicurezza. Più tardi il ministero dell’Interno ha confermato la morte del 35enne affermando che è stata aperta un’inchiesta e che potrebbe trattarsi di “un omicidio”.