Bielorussia. Investimenti e opportunità di business: intervista a Yulia Prokopenko della Revera

di Giuliano Bifolchi * –

La scorsa settimana il viceministro e ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio ha incontrato il primo ministro bielorusso Sergei Rumas con l’obiettivo di discutere la promozione della cooperazione economica, rafforzare l’interscambio commerciale tra l’Italia e la Bielorussia e organizzare nel corso di questo anno la seconda sessione della Commissione intergovernativa Italo-Bielorussa. Durante l’incontro le due parti hanno anche concordato di potenziare l’attività di supporto agli investimenti e alla promozione del Made in Italy in Bielorussia attraverso ICE e SACE con l’obiettivo di migliorare la presenza imprenditoriale italiana nel paese. Notizie Geopolitiche ha incontrato Yulia Prokopenko, direttrice del Desk Italia della compagnia bielorussa Revera specializzata in consulenza legale e promozione degli investimenti e delle partnership economico-commerciali in Bielorussia per comprendere meglio le reali opportunità di business e di investimento nel paese e le garanzie legali a protezione degli interessi delle imprese italiane.

– Per quale motivo le aziende italiane dovrebbero essere interessate ad avviare una attività economica in Bielorussia?
I vantaggi per le aziende italiane sono molteplici tra cui in primis è doveroso sottolineare l’appartenenza del nostro paese all’Unione Economica Euroasiatica (UEE) come membro insieme a Russia, Kazakistan, Kyrgyzstan, e Armenia. Allo stesso tempo, la Bielorussia non è sottoposta alle sanzioni, anzi le merci prodotte qui in loco hanno libero accesso al mercato dell’UEE costituito da almeno 200 milioni di consumatori. Alcune compagnie italiane, in special modo quelle che commerciano attrezzature industriali complesse, hanno infatti utilizzato il nostro paese con successo come un ‘punto di ingresso’ nel mercato economico euroasiatico localizzando la loro produzione sul suolo bielorusso.
Inoltre, la Bielorussa è parte della Nuova Via della Seta e può offrire alle aziende l’opportunità di far parte del parco industriale ‘Great Stone’ e ottenere così diversi incentivi fiscali e doganali per il commercio con l’UEE e i paesi dell’Unione Europea. I residenti del parco industriale ‘Great Stone’ detengono privilegi senza precedenti per l’attività di business, fattore che rende questa zona una delle più vantaggiose e profittevoli per il settore manifatturiero dell’Europa centrale e orientale. Infatti, le compagnie che risiedono in questa area sono esenti dalla tassa sugli immobili e fondiari, dal pagamento dell-imposta sul reddito per 10 anni e sugli utili per 5 anni. Sono presenti aliquote fiscali ridotte sulle imposte delle royalties (5%) e sono previsti anche numerosi benefici per i redditi dei dipendenti (ad esempio, per uno stipendio di un dipendente di 1.500 euro, nel parco industriale si pagano solo 286 euro di tasse a fronte degli 820 euro generalmente applicabili in Bielorussia).
La Bielorussia è attraente per le aziende nel campo della tecnologia dell’informazione che possono anche ricevere agevolazioni fiscali grazie al complesso High Tech Park (HTP). L’elenco delle aziende residenti nell’area di HTP è ampio e non include soltanto attività specializzate nello sviluppo di software, ma anche imprese dedite allo sviluppo e produzione di dispositivi ad alta tecnologia e sistemi di controllo di veicoli aerei senza equipaggio, oppure all’erogazione di prodotti di formazione nel campo dell’IT. Attraverso una adeguata preparazione della documentazione, ad esempio, l’ingresso nelle attività di HTP risulta non essere complicato e inoltre favorisce ulteriormente i residenti che sono totalmente esenti dalla tassa sulle società.
Vorrei ricordare inoltre che la Bielorussia è uno dei primi paesi a legalizzare la criptovaluta e i token le cui transazioni di questi ultimi sono esenti da tasse fino al 2023. Nel gennaio 2019 è stato effettuato il primo criptoscambio nel nostro paese che consente di acquistare e vendere criptovaluta anche operando sul mercato azionario attraverso un asset di token. A questo si deve aggiungere la nomina da parte di Forbes della Bielorussia come centro mondiale dello sviluppo nel campo dell’Intelligenza Artificiale che vede una enorme crescita del movimento delle start-up che ha già attirato l’interesse dei principali competitors dell’IT mondiale come Facebook e Google in procinto di acquistare società bielorusse del settore.
In aggiunta ulteriore, qualora i regimi preferenziali fiscali fino a qui elencati non risultino essere idonei alla necessità di una azienda, vi è sempre l’opportunità di approfittare delle zone economiche libere (in inglese Free Economic Zones – FEZs) che offrono anche una serie di agevolazioni fiscali ai loro residenti. Ad esempio, nella FEZ di Brest è stato creato appositamente un distretto industriale che agevoli la partecipazione delle imprese italiane.
Vale anche la pena ricordare che in Bielorussia non è attualmente in vigore un accordo sullo scambio automatico di informazioni finanziarie tra le autorità fiscali. Ciò significa che quando una persona giuridica o fisica italiana apre un conto in una banca bielorussa le informazioni da questa non verranno automaticamente trasferite alle autorità fiscali italiane. A tutto questo si aggiunge la possibilità di rimanere in Bielorussia per un periodo di 30 giorni senza il bisogno del visto, occasione che permette non solo di fare business ma anche di vistare Minsk considerata dagli operatori del settore turistico come una delle principali e più suggestive mete europee”
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– Come possono le aziende italiane commerciare con l’UEE attraverso la Bielorussia?
Nell’UEE c’è il libero scambio senza dogana, né IVA, con una singola procedura di conformità. Visto che in Bielorussia esistono diversi regimi legali speciali con privilegi fiscali e doganali nonché una manodopera qualificata a basso costo, gli imprenditori decidono spesso di trasferire la propria attività di produzione e assemblaggio dei beni sul nostro territorio con lo scopo ultimo di commerciare con il mercato euroasiatico. Ad esempio, uno dei nostri clienti italiani ha aperto uno stabilimento in una FEZ per il commercio di attrezzature complesse le quali dal mercato interno nazionale sono state poi direzionate verso quello dell’UEE.
Se parliamo di prodotti, le sanzioni per la vendita legale sono cambiate in merito al paese di origine delle merci. È quindi possibile utilizzare la Bielorussia in questo tipo di attività a condizione che le merci vengano prodotte secondo determinati criteri visto che non è possibile solamente imballare nuovamente i prodotti in Bielorussia e poi rivenderli su altri mercati. Anche in questo settore la cooperazione con i partner bielorussi è possibile a condizione che si rispetti la normativa e qualora l’azienda italiana avesse dei dubbi nei confronti del partner bielorusso è sempre possibile effettuare un controllo preliminare della controparte”
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– Quali sono i settori e le modalità migliori per le aziende italiane che investono in Bielorussia?
Molto spesso in Bielorussia vengono create organizzazioni con capitale italiano al 100% o joint venture. Per quanto riguarda la nostra esperienza lavorativa c’è stato il caso di una grande azienda italiana impegnata nella produzione di attrezzature nel settore petrolifero e di gas naturale che ha acquisito dalla Bielorussia una partecipazione di controllo in una società per azioni e ora vende attrezzature per giacimenti petroliferi prodotti nel nostro paese nei mercati dell’UEE e in Africa.
Facendo una panoramica sulle aziende italiane operanti nel nostro paese alcune di queste sono coinvolte in progetti di investimento elaborati dal governo come la costruzione di vie di trasporto, altre investono nella costruzione di fabbriche per la produzione di beni per il mercato europeo e altre ancora sono dedite alla modernizzazione della produzione degli stabilimenti bielorussi.
La Bielorussia offre anche progetti nel campo dei partenariati pubblico-privato, in particolare in quelli per la ricostruzione delle infrastrutture di trasporto. Al settore logistico e dei trasporti si aggiungono quello farmaceutico che sta attirando gli interessi degli investitori stranieri e quello bancario visto che attualmente diverse banche del nostro paese possono essere vendute a compratori stranieri”
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– In che misura la legislazione bielorussa può essere considerata liberale e consente a una impresa straniera di avviare una propria attività?
In generale, la legislazione degli ultimi anni è diventata molto più liberale. Se stiamo parlando di creare un’entità legale con capitale straniero in Bielorussia, allora non ci sono difficoltà: un’entità legale può essere registrata in un giorno con un capitale sociale minimo e anche senza la presenza fisica di un cittadino straniero perché è sufficiente una procura. Anche aprire un conto bancario aziendale o individuale in una banca bielorussa non è difficile ed è permesso sia ad una persona giuridica straniera che ad un cittadino straniero.
Gli accordi tra aziende bielorusse e italiane possono essere effettuati in euro o in un’altra valuta estera. I dividendi possono essere pagati anche in valuta estera e, per quanto riguarda i fondatori di HTP e i residenti del Parco Industriale, vengono stabiliti privilegi per il pagamento delle imposte sui dividendi.
Naturalmente, vi è una certa specificità della legislazione bielorussa (ad esempio, alcuni requisiti nell’esercizio dell’attività economica straniera), ma questo non è un reale ostacolo se si vuole operare perché è sufficiente essere a conoscenza di determinati requisiti in un settore specifico e capire come ottenerli”
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– Quali sono le richieste principali che le aziende italiani hanno nel settore dell’assistenza legale per il business in Bielorussia?
Oltre a quelle di consulenza e supporto legale già citati in precedenza, riceviamo anche richieste di protezione dei diritti di proprietà intellettuale. L’industria della moda e del design in Bielorussia non è sviluppata come in Italia e i produttori bielorussi utilizzano a volte il design o i marchi italiani senza il consenso del detentore del copyright. In Bielorussia esistono meccanismi operativi per la protezione dei diritti di proprietà intellettuale, sia giudiziari sia non giudiziari, pertanto il titolare del diritto ha l’opportunità di interagire con il trasgressore. Per quanto riguarda i casi di titolari dei diritti italiani tutti quanti sono stati risolti in via extragiudiziale.
Riceviamo anche richieste di incasso di crediti da controparti bielorusse o per la protezione di interessi in caso di inadempienza contrattuale. In questi casi è spesso necessario ricorrere alla protezione giudiziaria nei tribunali bielorussi. Nonostante l’attuale sfiducia del sistema giudiziario da parte di cittadini stranieri, questi hanno il diritto di appellarsi a un tribunale bielorusso che deve tutelare i diritti qualora la controparte bielorussa abbia comportamenti disonesti. Non si deve dimenticare che esiste la possibilità di ricorrere a un arbitrato (la Corte Internazionale di Arbitrato presso la Camera di Commercio Bielorussa, l’arbitrato in Italia o qualsiasi altro arbitrato) perché le decisioni sull’arbitrato prese nel territorio di un altro stato sono riconosciute ed eseguite in Bielorussia in virtù di accordi internazionali”
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Articolo in Media Partnership con ASRIE.

* Giuliano Bifolchi. Analista geopolitico specializzato nel settore Sicurezza, Conflitti e Relazioni Internazionali con particolare attenzione allo spazio post-Sovietico e al Medio Oriente e Direttore della OSINT Unit della Associazione di Studio, Ricerca e Internazionalizzazione in Eurasia ed Africa (ASRIE). Laureato in Scienze Storiche presso l’Università Tor Vergata di Roma, ha conseguito un Master in Peace Building Management presso l’Università Pontificia San Bonaventura specializzandosi in Open Source Intelligence (OSINT) applicata al fenomeno terroristico della regione mediorientale e caucasica. Attualmente svolge un dottorato di ricerca presso l’Università Tor Vergata di Roma – Dipartimento di Storia, Beni Culturali, Educazione e Territorio.