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Sale la tensione fra il Brasile e gli Stati Uniti: intervenendo all’Assemblea delle Nazioni Unite il presidente brasiliano Dilma Roussef ha rimproverato l’amministrazione Obama per il Datagate, ovvero lo spionaggio, portato alla luce dalla talpa del Nsa Edward Snowden, di miliardi di telefonate e di scambi di email dei brasiliani, compresi i suoi e quelli dei suoi collaboratori, definendo la cosa una “grave violazione dei diritti umani e delle libertà civili”.
Rousseff ha quindi proposto la creazione di un nuovo quadro giuridico sovranazionale per regolamentare quello che lei ha definito “un nuovo campo di battaglia”, mentre “In assenza del rispetto della sovranità, non vi è alcuna base per il rapporto tra le nazioni”.
