Gb. Il Parlamento denuncia la vendita di armi ai paesi in guerra: scopre l’acqua calda

di Guido Keller –

armiLa Gran Bretagna ha venduto armi e attrezzature tecnologiche in modo clandestino a mezzo mondo. La denuncia è arrivata direttamente dalla Camera bassa del Parlamento, anche se, a dire il vero, non è nuova ed è di quelle che dalle parti di Londra riappare come un fiume carsico, a periodi ciclici.
Sta di fatto che la Camera bassa si è chiesta perché le aziende britanniche esportino ancora verso l’Arabia Saudita, la Libia, il Kenya, il Madagascar, il Libano o Paesi dell’Africa sub-sahariana, ovvero paesi con in corso le guerre civili, ed ancora in Oman, in Cina, in Russia e persino nella nemica (per le Malvine) Argentina, con un export complessivo di oltre 11,5 miliardi di sterline all’anno, quasi 14 miliardi di euro.
Va ricordato che nell’incontro di giugno dei ministri degli Esteri dell’Unione europea furono proprio la Gran Bretagna e la Francia (furiosamente contrariata Emma Bonino) a spingere per vendere armi ai ribelli siriani, senza stare molto a guardare a quale gruppo questi appartengano.
Una portavoce dell’esecutivo ha spiegato al The Independent che “Il Regno Unito opera uno dei più rigorosi regimi di esportazione delle armi nel resto del mondo, ed è stato in prima fila nell’implementazione di trattati di commercio internazionali ben precisi, incluso quelle recente relativo all’Egitto. Noi non autorizziamo le licenze per l’esportazione quando c’è un chiaro rischio che questi beni possano essere usati per la repressione interna”. Per chi ci crede.