BRASILE. Contromanifestazione a favore di Rousseff, ma è flop

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Rousseff dilmaDopo le maxi-manifestazioni per chiedere “Fora Dilma”, cioè l’impeachment della presidente, si sono tenute oggi a Rio de Janeiro e a Brasilia manifestazioni di sostegno a Rousseff. Il numero complessivo dei partecipanti, in un paese di 200 milioni di abitanti, varia dai 140mila degli organizzatori ai 30mila della polizia, per cui vi è poco paragone con le manifestazioni contrarie a Rousseff, l’ultima delle quali si è svolta pochi giorni fa in diverse città del paese.
Gli slogan di oggi sono stati contro chi “vuole portare nel paese la dittatura” e a favore della “democrazia”, per cui l’impeachment rappresenterebbe un “colpo di stato”.
A pesare su Dilma Rousseff, ex braccio destro di Lula, lo scandalo Petrobras, ma anche la grave crisi economica che ha visto sgonfiarsi in poco tempo la veloce crescita del Brasile, l’aumento della disoccupazione e del costo della vita. L’indice di gradimento del presidente è dato oggi all’8%
Lo scandalo Petrobras è scoppiato nel novembre 2014 e continua tutt’oggi arricchendosi di colpi di scena e di nuove rivelazioni: riguarda l’intercettazione di 3 miliardi di dollari di fondi neri, frutto delle bustarelle pagate ai dirigenti dell’azienda pubblica, in particolare a José Carlos Cosenza, direttore degli approvvigionamenti e a Maria das Graças Foster, amministratore delegato di Petrobras. Implicati nel riciclaggio anche l’ex direttore di Petrobras, Paulo Roberto Costa, e il faccendiere Alberto Youssef, divenuti poi collaboratori di giustizia.
Tra le varie aziende costrette a pagare, anche la fiamminga SMB Offshore, che ha ammesso di aver passato bustarelle per un totale di 139,2 milioni di dollari a dirigenti di Petrobras.
Rousseff, che allora dirigeva colosso del petrolio, ha sempre negato ogni suo coinvolgimento nei fatti di corruzione, ma per i giudici non poteva non essere a conoscenza del ricco giro di tangenti attorno alla compagnia petrolifera nazionale. In maggio un ex manager della Petrobras per la prima volta direttamente in ballo, accusandola di aver autorizzato l’acquisto di una raffineria negli Stati Uniti a un prezzo superiore a quello di mercato nel 2006, quando era ministro del governo Lula e presiedeva il cda di Petrobras. Lei ha sempre detto di essersi opposta a quell’acquisto.