Gb. Per May ‘nessun accordo sugli europei post brexit’. Verhofstadt, l’accordo c’è

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Per quanto veniva dato superato lo scoglio dello status dei cittadini europei residenti in Gran Bretagna, la giornata di oggi ha visto un duro botta e risposta tra Londra e Bruxelles che lascia presagire quanto ancora ci sia da fare per rendere operativa la Brexit, data per il marzo 2019.
La premier britannica Theresa May ha infatti affermato ai giornalisti che la intervistavano al rientro dal suo viaggio in Cina che non esiste nessun accordo sugli europei che si recheranno a vivere in Gran Bretagna durante la Brexit, ovvero che i dettagli “sono oggetto di negoziati per il periodo di implementazione, ma mi è chiaro che c’è una differenza tra coloro che sono venuti prima dell’uscita e coloro che arriveranno quando si saprà già che il Regno Unito sta lasciando” l’Unione Europea.
Ha quindi aggiunto che si opporrà con i fatti a coloro che sostengono che dopo la Brexit non cambieranno di molto le cose, e che “Quanto stiamo facendo è il lavoro che i britannici hanno chiesto al governo di fare, cioè di realizzare la Brexit, non hanno votato affinché nulla cambiasse”.
Il periodono questione va dal marzo 2019 al dicembre 2020, chiamato in gergo “Post Brexit”.
A stretto giro è intervenuto sul Guardian il coordinatore dell’Europarlamento per la Brexit¸ Guy Verhofstadt, il quale ha ribattuto che “I diritti dei cittadini durante il periodo di transizione non sono negoziabili. Non accetteremo che ci siano due tipi di diritti per i cittadini Ue. Serve continuazione dell’acquis in vigore, se vogliamo che la transizione funzioni”. Per Verhofstadt l’accordo c’è ed è chiaro, per cui sarebbe May a fare marcia indietro a causa di motivi politici interni. Pertanto l’Ue “respingerà con fermezza qualsiasi tentativo di annacquare le quattro libertà fondamentali, incluso il libero movimento dei cittadini, durante la transizione” post-Brexit.