BRICS+. Entrano Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Iran ed Etiopia

di Alberto Galvi

Dal 1 gennaio Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Iran ed Etiopia si sono uniti al gruppo BRICS+. I cinque paesi avrebbero dovuto entrarvi a far parte nell’agosto 2023 in occasione del 15mo vertice BRICS di Johannesburg, in Sudafrica. Anche l’Argentina è stata invitata, ma ha ritirato la sua candidatura alla fine di dicembre.
Il gruppo dei paesi emergenti BRICS è stato formato nel 2006 da Brasile, Russia, India e Cina, paesi ai quali si è unito il Sudafrica nel 2010. Da allora è diventato un’importante piattaforma per la cooperazione tra i mercati emergenti e i paesi in via di sviluppo. Il raddoppio dei suoi membri lunedì mira ad aumentare il peso del gruppo sulla scena mondiale.
Lo scorso anno il presidente del Brasile ha chiesto ai paesi BRICS+ di adottare una valuta comune, e il tema è ancora dibattuto.
La Russia ha assunto la presidenza dei BRICS+, dopo quella del Sudafrica terminata nel 2023. La Russia manterrà la presidenza per un anno e ospiterà il vertice annuale dei BRICS+ a Kazan in ottobre. Il Cremlino intende aumentare il ruolo dei BRICS+ nel sistema finanziario internazionale ponendosi come alternativa al G7 e più in generale al blocco occidentale.
I BRICS+ ora comprendono una popolazione complessiva di circa 3,5 miliardi di persone e un’economia combinata che vale oltre 28,5 trilioni di dollari, ovvero circa il 28 per cento dell’economia globale. La crescita del gruppo potrebbe segnare un cambiamento nel panorama geopolitico, anche se gli analisti rimangono incerti sui benefici dell’espansione di oggi. Le differenze all’interno del gruppo potrebbero infatti indebolire il processo decisionale e il potere dei BRICS+ in generale, ma i paesi BRICS+ sperano che si arrivi a una maggiore rappresentanza delle economie emergenti e all’abbandono della dipendenza dal dollaro USA. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le richieste di adesione ai BRICS+.