Burundi. Il governo chiude il confine con il Ruanda

di Alberto Galvi

Il governo del Burundi ha deciso di chiudere il confine con il Ruanda, settimane dopo che il presidente aveva accusato Kigali di ospitare il gruppo ribelle Red Tabara, che ha rivendicato la responsabilità di un attacco vicino al confine occidentale del Burundi con la RDC (Repubblica Democratica del Congo). Il Ruanda ha respinto le sue accuse.
Le autorità del Burundi hanno affermato che l’attacco di dicembre ha ucciso 20 persone, mentre Red Tabara ha comunicato di aver ucciso nove soldati e un agente di polizia. Red Tabara combatte il governo del Burundi da basi situate nella parte orientale della RDC dal 2015.
Da anni le relazioni tra alcune nazioni dell’EAC (Comunità dell’Africa Orientale) sono gelide. L’EAC comprende Uganda, Kenya, Tanzania, Sud Sudan, RDC e Somalia. Dopo una chiusura di tre anni l’Uganda e il Ruanda hanno riaperto i posti di frontiera, ma poi è stato affermato che il governo di Kampala stava sostenendo i dissidenti per rovesciare quello ruandese.
Dal 2022 al 2023 l’EAC ha schierato soldati per combattere il gruppo armato M23 e decine di altri gruppi che operano nella RDC, ma i soldati ruandesi sono stati esclusi. La RDC ha ripetutamente accusato il Ruanda di sostenere il gruppo armato M23, che ha provocato lo sfollamento di milioni di congolesi. Sia l’ONU che l’Unione Europea hanno mostrato prove del sostegno di Kigali all’M23, ma il governo nega le accuse. Gli sforzi dell’Angola per mediare tra la RDC e il Ruanda sono falliti.