Comore. Elezioni presidenziali: Assoumani è favorito per un quarto mandato

di Alberto Galvi

Alle elezioni presidenziali delle Comore del 13 gennaio si dovrebbe conferire un quarto mandato al presidente Azali Assoumani, un ex ufficiale militare i cui oppositori lo accusano di imbavagliare il dissenso nella nazione dell’arcipelago dell’Oceano Indiano. Quasi 340mila persone hanno diritto di voto in un paese con meno di un milione di abitanti.
Nell’ultimo anno Assoumani ha ricoperto il ruolo di presidente di turno dell’Unione africana, affronterà cinque concorrenti. Da quando è stato rieletto nel 2016, Assoumani ha gettato i suoi oppositori in prigione o li ha costretti all’esilio. Altri leader dell’opposizione hanno chiesto il boicottaggio, accusando la commissione elettorale di favorire il partito al potere.
La commissione elettorale ha affermato che le elezioni saranno trasparenti. Diversi esponenti dell’opposizione hanno esortato gli elettori a boicottare lo scrutinio, tra cui i cinque candidati che si contendono la carica più alta contro Assouman.
Con la riforma costituzionale si è eliminato il requisito della rotazione della presidenza tra le tre isole principali del paese: Grand Comore, Anjouan e Moheli, che era ogni cinque anni, consentendo così ad Assoumani di chiedere la rielezione. Con il nuovo sistema Assoumani, che ha preso il potere con un colpo di Stato nel 1999 per poi dimettersi nel 2002 e quindi vincere le elezioni 14 anni dopo, sarebbe tenuto a terminare il suo incarico nel 2029.
Assoumani nega che vi siano perseguitati per motivi politici e ha promesso che le elezioni si svolgeranno con successo nonostante gli appelli al boicottaggio. L’opposizione chiede la liberazione di tutti i prigionieri politici, la sostituzione dei membri della commissione elettorale con un organismo indipendente e l’esclusione dell’esercito dal processo elettorale. Nelle ultime elezioni del 2019 le missioni di osservatori hanno affermato che sono state piene di irregolarità e prive di credibilità.