CINA. Pechino, cielo “blu Apec”

di C. Alessandro Mauceri

Pechino inquinamentoIn occasione del vertice Apec (paesi che si affacciano sul Pacifico) il cielo di Pechino è, almeno sugli smartphone, tornato ad essere limpido come non mai: le autorità cinesi hanno infatti ordinato all’operatore di una popolare applicazione di “astenersi” dall’utilizzare i dati forniti dall’ambasciata degli Stati Uniti sul livello di inquinamento dell’aria della capitale cinese. La metropoli, ormai regolarmente soffocata dallo smog come molte altre grandi città della Cina, ha deciso di ricorrere a misure drastiche in occasione del summit della Cooperazione economica Asia-Pacifico in corso da ieri. Misure, però, non finalizzate al miglioramento stabile della qualità dell’aria, ma ad evitare che lo stato dell’ambiente nelle grandi città della nazione finisca sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo.
La limitazione è stata estesa agli abitanti di Pechino, poiché molti di loro utilizzano per conoscere la qualità dell’aria della città in cui vivono e lavorano un’applicazione per smartphone, “Air Quality Index”, diffusa proprio dall’ambasciata americana (e considerata più affidabile di quella ufficiale).
Fatto sta che bloccare il traffico e spegnere le stufe inquinanti non è servito a rendere l’aria limpida, per cui il cielo “blu Apec”, come è stato ironicamente definito, non si è visto.