CISGIORDANIA. Tasse e prezzi su, spunta la protesta sociale

Ansa, 25 gen 12 –

La protesta sociale fa timidamente capolino anche a Ramallah, in Cisgiordania, cuore dei Territori palestinesi, dove oggi diverse centinaia di persone si sono radunate nella centralissima piazza Al-Manara non gia’ per una delle abituali manifestazioni contro l’ occupazione israeliana, ma per denunciare l’aumento di tasse e tariffe abbattutosi col nuovo anno e gli effetti sul costo della vita. Nell’occhio del ciclone e’ soprattutto l’aumento progressivo della tassazione sui salari, deciso dal governo dell’Autorita’ nazionale palestinese (Anp) del premier-tecnocrate Salam Fayyad al fine di riequilibrare il bilancio in tempi di crisi globale e d’incertezze sugli aiuti internazionali: inclusi parte di quelli degli Usa, a rischio sull’onda delle tensioni Anp-Washington legate alla richiesta autonoma di riconoscimento di uno Stato palestinese all’Onu e allo stallo dei negoziati col governo israeliano a trazione nazionalista di Benyamin Netantyahu. La protesta di Ramallah segue quella che sabato aveva visto muoversi la piazza di Nablus: brandendo, in una sorta di ”pentolazo” locale, padelle e tegami a simboleggiare pure l’esponenziale incremento del costo dei generi alimentari. La tassazione progressiva introdotta dal governo Fayyad varia da un’aliquota del 5% per i meno abbienti fino a un tetto del 30% per i più benestanti e mira a contribuire all’abbattimento del deficit strutturale delle casse dell’Anp: tuttora pesantissimo malgrado gli ultimi anni di vivace crescita del Pil in Cisgiordania. Nell’ambito della riforma fiscale annunciata dal premier (fra le lamentele di partiti non allineati, organizzazioni sociali e movimenti d’opposizione) sono inoltre previsti nuovi e impopolari balzelli sulle case e sulle transazioni finanziarie o commerciali.