Coronavirus. In Europa trend in timido calo, negli Usa 334mila positivi

di Guido Keller

L’epidemia di coronavirus continua ad allargarsi e a mietere vittime in tutto il mondo. Gli ultimi dati diffusi dall’Oms indicano 1.203.099 contagi e 64.774. Si tratta di numeri ben al di sotto del tasso di mortalità annuale per altre infezioni, basti pensare che la malaria uccide 430mila persone all’anno, 750mila l’Aids e la tubercolosi addirittura 1,6 milioni, ma del Covid-19 si sa ancora molto poco, i farmaci e i vaccini sono solo sperimentali e la sua capacità di diffusione e aggressività sono altissime.
In Europa le restrizioni alla circolazione, le raccomandazioni a stare a casa e a mantenere la distanza sociale sembrano dare risultati concreti, ed anche in Italia, uno dei paesi più martoriati dal Covid-19, la linea dei contagi sembra essersi stabilizzata con un trend di contagi e morti in leggero calo. Complessivamente i dati dell’Italia indicano dall’inizio della pandemia 128.948 casi positivi e 15.887 morti.
Si parla di una stabilizzazione del trend di contagi anche in Spagna, paese che per numero di casi ha superato l’Italia (135.736), mentre in Germania i casi confermati sono oltre 100mila, ma il numero dei morti è proporzionalmente molto basso, poco più di 1.500 in totale. Calo di contagi e vittime anche in Francia, dove le misure restrittive sono state introdotte in ritardo rispetto all’Italia per via delle elezioni amministrative, mentre in Gran Bretagna il numero di decessi giornaliero è in lieve calo, ma sale il numero dei casi registrati che balza da 41.903 a 47.806, vale a dire 5.903 in più.
Negli Usa il virus è invece in ritardo rispetto alla diffusione europea e si attende il picco tra una settimana o anche più, ma il paese sembra essere in preda agli ordini e contrordini, cioè ad una politica confusa e scoordinata tra l’amministrazione centrale e i vari stati: sono più di 1.200 le persone che hanno perso la vita nelle ultime 24 ore negli Stati Uniti a causa del Covid-19, e secondo la Johns Hopkins University le cifre complessive parlano di 9.643 il numero dei morti e 337.620 contagiati.
A Wuhan, la città cinese dove tutto è iniziato, la vita sta tornando gradualmente alla normalità, ed i casi che si registrano sono quelli cosiddetti “di rientro”; il Giappone il premier Shinzo Abe si è detto pronto a invocare lo stato d’emergenza: i dati indicano una bassa diffusione, 3.654 casi accertati e 85 morti, ma a preoccupare è la crescita improvvisa delle ultime ore. In Corea del Sud, dove la tecnologia non fa in tempo a spegnere un focolaio che se ne trova un altro, nelle ultime 24 ore sono stati registrati 47 casi, trend quindi in calo e bilancio complessivo fermo a 10.284 positivi e 186 morti.
Sale a 55.743 positivi e a 3.452 morti il numero dei casi in Iran, dove si sta tuttavia pensando di riaprire la produzione delle industrie reputate a basso rischio, mentre preoccupa la situazione dell’India, dove nelle ultime 24 ore i casi sono aumentati di 667 arrivando complessivamente a 4.067 (109 morti), ma la situazione igienico-sanitaria del paese popolato da oltre un miliardo di abitanti è conosciuta,
Pochi i casi anche in Africa, dove però c’è la difficoltà a reperire i tamponi e quindi a fare una fotografia attendibile del momento: parla di circa 10mila contagi nel continente, con un trend in aumento.
Curioso il caso delle Filippine, dove il presidente-sceriffo Rodrigo Duterte ha ordinato alle forze di sicurezza di sparare e uccidere a chiunque causi “problemi” nelle aree sottoposte a quarantena, ma il capo della polizia, Archie Gamboa, ha detto che gli agenti non lo faranno. Lì i casi di positività al Covid-19 sono 2.311, i decessi 96.

La mappa del coronavirus.