Danimarca. Maggioranza in parlamento per vietare il burqa

di Vanessa Tomassini

In Danimarca i socialdemocratici hanno deciso di appoggiare il governo formato dal partito di centro destra, già sostenuto dal più conservatore Partito dei Popoli danese, schierato contro l’immigrazione e l’accoglienza e da sempre scettico nei confronti dell’Ue, sulla proposta di legge che stabilisce di fatto il divieto del burqa islamico. Se finora in molti avevano respinto tale proposta, considerata discriminante, la maggioranza avrebbe trovato un escamotage: non più la messa a bando del burka bensì divieto assoluto di copertura o mascheramento di capo e volto per ragioni di controllo sociale e sicurezza. Malgrado le polemiche che questa proposta ha suscitato da gennaio, in Danimarca così come in Italia ed altri paesi europei sono pochissime le donne musulmane che utilizzano il burka o il niqab, ossia il velo presente nella tradizione araba preislamica e in quella islamica che copre l’intero corpo della donna, compreso il volto, lasciando scoperti solo gli occhi, mentre è più diffuso il copricapo hijab che per il momento sembrerebbe non essere incluso nella legge. Inoltre, va detto che nella proposta originale, la pena prevista per i trasgressori era la reclusione, oggi modificata in pene pecuniarie. C’è già qualche miliardario arabo che con spavalderia afferma: “pagherò tutte le multe, come ho già fatto in altri paesi”. Per questo motivo il partito conservatore sta già valutando l’ipotesi di presentare in parlamento un divieto più ampio che includa tutti i veli, anche l’hijab, almeno per i dipendenti statali e del settore pubblico come le insegnanti. “Ora dobbiamo vedere se possiamo anche ottenere un bando sulle nostre bambine e giovani in istituti scolastici e impiegati pubblici”, ha detto il politico danese Martin Henriksen.