Egitto. Altra giornata di sangue: cecchini dei Fratelli Musulmani sparano dal minareto. Ancora morti

Notizie Geopolitiche –

egitto minareto al-fatah grandeGli scontri che nelle ultime ore hanno fatto più notizia in quella che è la “crisi egiziana” si sono concentrati per lo più nei pressi della moschea di al-Fatah, al Cairo, dove circa 700 Fratelli Musulmani si erano asserragliati e dove in mattinata c’era stato un tentativo da parte dell’Esercito di convincere gli occupanti a sgomberare l’edificio in modo pacifico. Scaduto l’ultimatum delle 13.00 la situazione è precipitata: dal minareto della moschea alcuni cecchini hanno sparato sugli agenti e sulla folla, quindi l’Esercito ha risposto uccidendo diversi manifestanti; i sostenitori di Morsi sono stati bastonati dagli oppositori mentre abbandonavano l’edificio, mentre in altre moschee si sono raccolti Fratelli Musulmani pronti a marciare per dar manforte ai loro compagni, cosa scongiurata in quanto la moschea di al-Fatah, in piazza Ramses, è stata sgomberata in tempo.
Il premier del governo provvisorio ad interim, Hasem Beblawi, è intervenuto per ribadire che “Nessuna riconciliazione è possibile con chi ha le mani sporche del sangue degli innocenti”, mentre il consigliere strategico della presidenza ad interim egiziana, Mustafa Hagazy, ha aggiunto che “Il popolo egiziano è sceso in piazza il 30 giugno contro il fascismo teologico e religioso dei Fratelli musulmani e del presidente deposto Mohamed Morsi”. Beblawi ha quindi proposto lo scioglimento dei Fratelli Musulmani.
A Giza è stato arrestato uno dei leader della jihad islamica, Mohamed al-Zawaihri, fratello del leader di al-Qaeda Ayman.
Al Cairo il sottosegretario del ministero per gli Affari religiosi, Mohamed Abdel Razek,  ha informato che è stata predisposta la chiusura delle moschee dopo la preghiera della sera ed a Alessandria i Fratelli Musulmani hanno deciso di sfidare il coprifuoco per manifestare contro il governo da loro ritenuto “golpista”.
Il numero dei morti degli scontri di oggi e di 134, cifra che si aggiunge all’oltre migliaio di vittime che già si contano da quando lo scorso 14 agosto il governo ha deciso di intervenire contro i Fratelli musulmani sgomberando dai sit-in le pizze al-Nahda e Rabaa al-Adawiyah della capitale, dove sono state rinvenite numerose armi da fuoco ed esplosivi.