Essere pilota dell’Aeronautica Militare. Intervista a Luigi Levante

Competenza, passione e innovazione sono i pilastri su cui si fonda la professione del pilota dell’Aeronautica Militare.

a cura di Valentina Busiello

Abbiamo incontrato il comandante Luigi Levante dell’Aeronautica Militare, di rientro dall’inaugurazione di ITA – Italia Trasporto Aereo, Italia Trasporto Aereo S.p.A. operante come ITA Airways, la compagnia aerea di bandiera dell’Italia che ha sostituito a partire dal 15 ottobre 2021 la vecchia compagnia Alitalia della quale ha acquistato il marchio.
In una passeggiata amichevole, il comandante Levante ci ha descritto l’importanza ed il fascino della professione del pilota dell’Aeronautica Militare.

– Quella di pilota appare come una professione d’elite: ci parla della sua esperienza?
”Faccio un percorso a ritroso. Attualmente lavoro per l’Aviazione civile ENAC. Sono stato impegnato molto tempo presso lo Stato maggiore della Difesa, ho servito nei reparti operativi quale pilota presso il 31mo stormo dell’Aeronautica Militare, che si occupa del trasporto delle personalità di Stato e dei trasporti sanitari. Per quanto riguarda quest’ultima attività la Forza armata ha a disposizione degli aeromobili che con brevissimo preavviso, su indicazione della presidenza del Consiglio, assicurano il trasporto di persone bisognose di cure sia in Italia che nel resto del mondo, il trasporto degli organi ed ogni altra necessità che la presidenza ritiene indica. Diventare pilota dell’Aeronautica Militare offre una carriera davvero interessante che viene svolta con devozione, passione ed estrema competenza. Fin da giovanissimo per me diventare pilota è stato sempre un sogno da realizzare; fino all’adolescenza ho vissuto in una piccola provincia del centro Italia, e il diventare pilota militare sembrava al quanto irrealizzabile. Solo un fortuito caso mi ha convinto che avrei potuto almeno tentare, e così a fine dell’iter concorsuale ho avuto accesso all’Accademia Aeronautica, massimo istituto di formazione nazionale per gli ufficiali piloti dell’Aeronautica Militare. Da giovanissimo ero praticamente a digiuno da qualsiasi tipo di conoscenza di tutto ciò, ritrovandomi così ad un interessante percorso impegnativo e professionale a livello universitario. Terminati gli studi in accademia, sono stato addestrato per poi essere impiegato nei vari reparti. Dopo il lungo periodo di formazione ed addestramento, la passione pian piano si è trasformata in una vera professione al servizio dello Stato. Nella mia importante esperienza, fare l’ufficiale pilota dell’Aeronautica Militare fa parte di un sistema che è il frutto di sinergie tra i diversi attori da cui è formato un tassello importante di un grosso sistema per servire la patria e le istituzioni, dove ogni uno di noi svolge un ruolo di assoluta rilevanza”.

– Come si diventa pilota militare operativo?
”Il percorso che conduce a pilotare un aeromobile dell’Aeronautica Militare è lungo ed impegnativo. Il trampolino di lancio è rappresentato dall’Accademia Aeronautica con sede a Pozzuoli, dove i cadetti con l’invio alla scuola di volo, sede del 70mo Stormo, affrontano una prima fase di addestramento al volo, la cosiddetta “selezione al volo”.
Terminato il percorso formativo in Accademia Aeronautica, gli allievi piloti (oramai sottotenenti) proseguono l’iter di addestramento al 61mo Stormo o presso le scuole di volo straniere, la maggior parte va negli Stati Uniti.
Durante quest’ultimo periodo viene definita la linea di volo (Jet, convenzionale, elicotteri, sistemi a pilotaggio remoto) presso la quale i piloti verranno inviati per completare la formazione al volo e per essere nominati piloti militari”
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– Che tipo di aerei sono quelli per il trasporto medico-sanitario?
Falcon 900 o Falcon 50 del 31mo Stormo dell’Aeronautica Militare a Ciampino. Gli stessi aerei sono impiegati anche per il trasporto dei vertici istituzionali della Repubblica.
Altri Reparti (14mo stormo di Pratica di Mare e 46ma Brigata aerea) svolgono compiti similari a sostegno dei nostri concittadini che, a vario titolo, si trovano nel mondo ed hanno difficoltà: l’emergenza sanitaria del Covid e quella in Afghanistan hanno visto uomini e donne dell’Aeronautica Militare impegnati a sostegno di cittadini italiani in difficoltà”
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– Che aerei Militari ha pilotato?
”All’inizio ho iniziato all’aeroporto di Sigonella su un velivolo che si occupava della lotta antisommergibile, il BR1150 Atlantic; attualmente questo aereo non è più in servizio e si trova tra quelli del Museo dell’Aeronautica Militare situato a Vigna di Valle, nel comune di Bracciano, istituto in fase di rinnovamento in vista del centenario dell’Aeronautica, tra 2 anni. Museo che consiglio di visitare: è ritenuto uno dei più validi nel suo genere, a livello mondiale. Ci sono aerei storici militari, pezzi rari ed unici, di un valore storico inestimabile. Cimeli di Francesco Baracca, dei trasvolatori che volarono in formazione nelle Americhe, e di Umberto Nobile, ricordano le grandi tradizioni di eroismo ed elevatissime competenze degli aviatori nazionali che hanno fatto scuola nel mondo. Dopodiché sono stato impiegato sui velivoli da Trasporto speciale (Falcon 900, Airbus 319, Falcon 50, Gulfstream III) in servizio presso il 31mo Stormo di Ciampino”.

– I Dirigibili invece che tipi di aeromobili erano?
”Erano delle aeronavi, riempiti di un gas nobile più leggero dell’aria, che volavano e venivano spinti da motori e governati con delle superfici che permettevano di raggiungere i luoghi delle operazioni da svolgere.
L’Italia aveva una grossa tradizione che portò Umberto Nobile a bordo del dirigibile Italia a sorvolare il 12 maggio 1926, prima volta in assoluto, il Polo Nord. La missione però si concluse tragicamente con un incidente al quale sopravvissero solo alcuni dell’equipaggio, oggetto di una grossa missione di soccorso internazionale, in ambiente artico, che interessarono diverse persone, non solo italiane: non racconto di più perché altrimenti si toglie il usto della visita al nostro museo di Vigna di Valle”
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