Francia. Scioperi per il JobsAct. Pompe di benzina prese d’assalto, si ricorre alle riserve strategiche

di C. Alessandro Mauceri –

francia benzina a cortoIn Francia continuano le proteste dei manifestanti contro la riforma del lavoro voluta dal governo del presidente Francois Hollande, il JobsAct francese. Dopo il rifiuto del governo socialista di ritirare la riforma del lavoro e di ricorrere al voto di fiducia, sono aumentate le manifestazioni di sindacati e studenti.
Alle proteste partecipano anche i lavoratori delle raffinerie che sono in sciopero dal 23 maggio. Per questo gli otto impianti attivi sul territorio francese sono rimasti chiusi. La conseguenza è che, dopo solo due giorni, il venti per cento delle pompe di benzina hanno dovuto chiudere per mancanza di rifornimenti. Un dato confermato dal segretario di Stato ai Trasporti Alain Vidal, che ha comunicato che molte delle 12mila stazioni di servizio francesi sono “in difficoltà” di approvvigionamento. L’Assemblea nazionale ha confermato che il governo avrebbe garantito “libertà di accesso ai depositi” per servire tutte le stazioni.
Ma la situazione potrebbe peggiorare ancora nei prossimi giorni. Oggi un rappresentante dell’Unione francese dell’industria petrolifera ha detto che la situazione è “critica” e che da due giorni si sta facendo ricorso alle riserve strategiche di carburante. “Da due giorni, poiché vi erano problemi di operatività nelle raffinerie e di blocchi nei depositi, abbiamo cominciato, in collaborazione con i poteri pubblici, a dare fondo agli stock di riserva”, ha dichiarato Francis Duseux, presidente dell’Unione francese dell’industria petrolifera (Ufip). “Ogni giorno viene prelevato l’equivalente di un giorno di consumi”. Procedendo di questo passo, secondo Duseux sarà possibile continuare a farlo per poche settimane, al massimo per tre mesi. La situazione, infatti, è resa più difficile dalla corsa ai rifornimenti da parte dei consumatori che, per precauzione, “fanno il pieno ai serbatoi, quindi in alcune zone i consumi si sono moltiplicati per tre o addirittura per cinque”.
Per cercare di sbloccare la situazione il governo ha fatto appello alla polizia, che è intervenuta forzando i picchetti davanti ad alcuni impianti e facendo ricorso agli idranti per aprire le vie d’ingresso alle strutture. A Douchy-les-Mines, nella Francia settentrionale e vicino al deposito di carburante di Fos-sur-Mer, vicino a Marsiglia, gli scontri sono durati ore.
Lo sciopero si sta estendendo anche alle centrali nucleari francesi. Il portavoce del governo, Stéphane Le Foll, ha ribadito che “lo Stato e il governo faranno quanto necessario per sbloccare le raffinerie e per assicurare l’approvvigionamento dei francesi”. E nei prossimi giorni sono previste agitazioni anche tra i lavoratori dell’aviazione civile e dei ferrovieri.