GB. Si riapre il caso del diamante “donato” dall’11enne maharajah alla regina Vittoria

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diamante corona ingleseTorna come un fiume carsico la questione del Koh-i Noor, uno dei diamanti della corona britannica: imprenditori del mondo della finanza, intellettuali ed esperti di diritto si sono uniti all’interno in un collettivo Montagne de lumière per chiedere giustizia presso l’Alta corte contro Elisabetta II al fine che il prezioso diadema sia restituito all’India, che lo reclama dal 1947.
L’Holocaust Act prevede infatti la restituzione dei beni confiscati, ad esempio di quelli della Seconda guerra mondiale, ma la Casa reale inglese proprio non ne vuole sapere di consegnare la pietra da 787 carati e dal valore di 170 milioni di euro.
Il diamante apparteneva a Babur, fondatore dell’Impero Moghol nel 1526, che l’avrebbe però rubato al rajah di Gwalior. Dopo il sacco di Delhi del 1739 da parte dei persiani, finì nei tesori dello scià, per poi ricomparire misteriosamente in Afghanistan e da lì nelle mani del maharajah sikhs del Pendjab.
Fu offerto alla regina Vittoria dal Dhulip Sing, ultimo sovrano dell’Impero sikh, nel 1850, ma a quell’epoca il sovrano aveva solo 11 anni ed era appena stato spodestato dal trono dagli inglesi, che presero possesso del suo regno.
Dhulip Sing, che fu obbligato dagli inglesi al cristianesimo, fu spedito in Inghilterra, ma più tardi tentò una sollevazione, senza successo.
Nel 2003 il premier David Cameron, dopo un suo viaggio in India, sembra affermato che “Non lo avranno mai”.