Geopolitica dell’Iran: intervista con Mohammad Reza Sabouri, ambasciatore in Italia

di Silvia Boltuc * –

Paese del Medio Oriente, la Repubblica Islamica dell’Iran, grazie alla sua posizione geografica, ricchezza storico-culturale e risorse naturali si pone come un attore fondamentale nelle dinamiche geopolitiche regionali e internazionali.
Situato al crocevia di Medio Oriente, Asia meridionale e Asia centrale, la posizione geografica dell’Iran lo rende un importante hub logistico per il trasporto e il commercio con accesso sia al Golfo Persico che al Mar Caspio.
Le riserve petrolifere e di gas naturale invece, in un periodo storico caratterizzato dalla necessità di diversi attori internazionali di diversificare il proprio approvvigionamento energetico, risaltano maggiormente l’importanza dell’Iran come possibile partner commerciale.

Abbiamo incontrato Mohammad Reza Sabouri, ambasciatore dell’Iran in Italia, per discutere le dinamiche attuali interne e in politica estera della Repubblica Islamica dell’Iran e comprendere quali sono le direttive future del Paese mediorientale che, se da un lato può sfruttare i benefici derivanti da posizione geografica, risorse naturali, ed eredità storico-culturale, dall’altro deve affrontare la difficile sfida delle sanzioni economiche imposte dall’Occidente per contrastare il programma nucleare iraniano e tentare di sovvertire l’ordine politico interno.

– Qual è lo stato attuale delle relazioni tra Iran e Italia?
“I rapporti tra Iran e Italia sono sempre stati esemplari rispetto ai rapporti con gli altri paesi europei. Per molti iraniani l’Italia è la porta d’accesso all’Europa. Le risorse più importanti per il lavoro congiunto sono le elevate potenzialità di lavoro politico, economico e culturale tra i due paesi, nonché la visione positiva delle due nazioni l’una verso l’altra.
In campo politico, a causa di comuni interessi e minacce nelle arene bilaterali, regionali e internazionali, ci sono grandi capacità di lavoro e sono proseguite continue consultazioni tra le autorità dei due paesi.
In campo economico riteniamo che l’indicatore più importante nelle relazioni sia la complementarità delle relazioni commerciali e l’interesse degli imprenditori dei due paesi a lavorare insieme. La stabilità politica ed economica dell’Iran è una preziosa opportunità per la presenza di imprese e società di investimento italiane, che possono sfruttare il mercato di 500 milioni di persone della regione.
In campo culturale l’Iran e l’Italia sono i detentori di due civiltà e culture mondiali. Entrambi i paesi hanno i propri stili in diversi campi della cultura, della letteratura, dell’arte, della musica, dell’architettura, e hanno molto da offrire.
Purtroppo, devo ammettere che le relazioni turistiche tra i due paesi sono l’anello mancante nelle nostre relazioni culturali e, in altre parole, nelle relazioni tra i due popoli. Spero che con una seria programmazione nei settori pubblico e privato possiamo arrivare a risolvere anche questo punto. Certo, i rapporti politici bilaterali non sono mai stati privi di problemi. Ma credo che se c’è la volontà necessaria basata sul rispetto reciproco e sugli interessi comuni, possiamo superare gli ostacoli esistenti”
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– Dal Suo punto di vista, è possibile che l’Italia svolga un ruolo più significativo nel facilitare i rapporti tra Iran ed Europa?
“Come ho detto, l’Iran e l’Italia hanno interessi comuni e affrontano minacce comuni. Questa potrebbe essere una buona motivazione per l’Italia ad aiutare a risolvere alcune delle sfide e degli ostacoli nelle relazioni tra Iran ed Europa.
In politica estera la Repubblica Islamica dell’Iran ha un approccio basato sul dialogo e un’interazione costruttiva basata sul rispetto reciproco. Ecco perché accogliamo con favore il contributo dell’Italia o di qualsiasi altro paese per aiutare a raggiungere questo obiettivo. Questa volontà e determinazione esistono da parte iraniana. Spero che, come in passato, saremo testimoni di questa volontà anche da parte italiana”
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– Negli ultimi mesi, i media internazionali hanno pubblicato molte notizie e informazioni sul vostro Paese, sottolineando l’importanza delle manifestazioni. Qual è la posizione di Teheran rispetto alle proteste interne? Queste proteste hanno un valore geopolitico?
“La libertà di espressione e il diritto a manifestare sono sancite dalla nostra Costituzione. Ciò a cui abbiamo assistito nei recenti sviluppi in Iran è stata la trasformazione della protesta civile in vere e proprie rivolte. Sfortunatamente, alcuni paesi regionali ed europei e alcuni gruppi terroristici, commettendo errori di calcolo, sono entrati in questa questione.
È interessante sapere che durante questo periodo sono state confiscate più di 10mila armi che agenti stranieri intendevano portare in Iran di contrabbando. Rispettiamo il diritto dei cittadini a manifestare ed è dovere dello Stato dare risposte alle richieste della società civile. Sfortunatamente, creare crisi e caos è sempre all’ordine del giorno degli Stati Uniti e di Israele, e l’Iran sta pagando il prezzo delle sue politiche basate sull’indipendenza”
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– Quale ruolo geopolitico gioca l’Iran in Medio Oriente? Quali sono i principali motori della politica estera iraniana?
“Stabilità e sicurezza sostenibile in Medio Oriente e nell’ area del Golfo Persico sono l’asse principale delle politiche regionali della Repubblica Islamica dell’Iran. Abbiamo sempre creduto che questi due obiettivi si realizzano con la volontà e la cooperazione dei paesi della regione.
La presenza di forze straniere nella regione e guardare ai modelli di sicurezza mutuati dall’esterno, non solo non hanno dato finora esiti positivi, ma hanno contribuito all’instabilità e alla competizione tra gli attori locali.
Lo sviluppo economico sarà realizzato come risultato di stabilità e sicurezza sostenibili ottenute attraverso la cooperazione regionale. L’esperienza degli ultimi anni ha dimostrato che l’Iran non può essere ignorato in Medio Oriente, area geografica importante e strategica”
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– Come valuta i rapporti dell’Iran con i due principali attori dello scacchiere geopolitico eurasiatico, la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese?
“La politica della Repubblica Islamica dell’Iran non guarda al modello orientale né a quello occidentale. Proprio come valutiamo le nostre relazioni con i paesi occidentali sulla base del rispetto e degli interessi reciproci, valutiamo anche le relazioni con la Russia e la Cina sulla stessa base. Esistono relazioni secolari tra Iran, Russia e Cina in vari ambiti: politico, economico e culturale.
Per quanto riguarda la Cina, la recente visita di una delegazione iraniana di alto rango a Pechino guidata dal Presidente Raisi ha contribuito a esaminare a fondo le varie dimensioni delle collaborazioni tra i due paesi a diversi livelli bilaterali, regionali e internazionali. Nel quadro dei colloqui Cina-Iran, sono stati presi accordi e si prevede una crescita delle collaborazioni economiche, commerciali, turistiche, culturali e industriali.
Per quanto riguarda la Russia, abbiamo relazioni da trecento anni e condividiamo una lunga storia di cooperazione su questioni di interesse comune. Questa collaborazione comprende un’ampia gamma di settori, da quello scientifico e culturale a quello energetico. In considerazione della formazione di nuovi blocchi di potere nel sistema internazionale, per noi è importante creare sinergie con Paesi decisivi come Russia e Cina”
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– Qual è il punto di vista dell’Iran sulla crisi ucraina? E in che modo questo evento geopolitico ha influito sull’Iran?
“La Repubblica islamica dell’Iran ha adottato una posizione di neutralità attiva fin dall’inizio della crisi ucraina. Abbiamo vissuto l’esperienza della guerra sulla nostra pelle per molti anni, quindi ne conosciamo bene gli effetti e le conseguenze umane, materiali e psicologiche. Fin dall’inizio abbiamo cercato di mediare tra le parti. Il nostro presidente della Repubblica e il nostro ministro degli Affari esteri hanno avuto diversi colloqui con autorità russe e ucraine a questo proposito.
Sosteniamo l’indipendenza e la sovranità territoriale dei paesi nel rispetto del diritto internazionale. Pertanto, non abbiamo mai accettato di riconoscere le regioni autoproclamate e separate. Riteniamo che la soluzione alla crisi in Ucraina non sia inviare armi alle parti in conflitto. Non consideriamo la guerra la soluzione alle divergenze tra i due paesi e crediamo che la crisi ucraina debba essere risolta attraverso il dialogo politico e il negoziato”.

– Per decenni il suo Paese ha subito sanzioni occidentali che hanno colpito la sua economia e, di conseguenza, la vita del popolo iraniano. Quali strategie ha adottato il governo iraniano per affrontare le sanzioni e sfruttare le capacità naturali e industriali interne?
“Le sanzioni hanno causato in una certa misura interruzioni e rallentamenti nell’andamento dei settori dell’economia iraniana. Ma più che colpire il governo iraniano, hanno colpito le condizioni economiche della popolazione.
Affrontare sanzioni negli ultimi decenni ha indotto Teheran a identificare e utilizzare modi per neutralizzare ed eludere le sanzioni da un lato e, dall’altro, ha portato i settori economici e infrastrutturali del Paese a raggiungere in qualche modo l’indipendenza e l’autosufficienza e accesso alla conoscenza autoctona e locale.
Secondo le statistiche ufficiali nel corso dell’anno passato, le esportazioni non petrolifere dell’Iran sono state di 48 miliardi di dollari e le importazioni dell’Iran di 53 miliardi di dollari, il che dimostra la continuazione del commercio con l’estero nonostante le sanzioni”.

– Quali sono le principali linee guida per lo sviluppo economico dell’Iran? Ci sono settori industriali e finanziari di spicco che possono attrarre aziende e investitori stranieri?
“Nonostante il desiderio di collaborare con grandi aziende straniere, non rimaniamo in attesa dei loro investimenti e facciamo affidamento sulle nostre capacità e forze in loco. Nelle leggi iraniane sono previste molte agevolazioni per gli investimenti esteri.
Molti vantaggi economici, tra i quali la manodopera qualificata e l’economicità dei vettori energetici, hanno creato un ottimo ambiente economico sfruttabile per le società straniere, se ne avranno la volontà.
La mancanza di accesso ad alcune tecnologie occidentali ha favorito l’acquisizione da parte delle “knowledge enterprises” iraniane di tecnologie moderne mentre il settore statale ha fornito loro il supporto necessario. Attualmente in Iran ci sono 51 parchi scientifici e tecnologici e 12 campus di tecnologia e innovazione, dove lavorano 1.700 Knowledge enterprises e 11mila unità tecnologiche”.

– Grazie alla sua posizione geografica, l’Iran svolge un ruolo strategico e logistico in Eurasia. L’Iran sostiene il Corridoio di Trasporto Internazionale Nord-Sud (INSTC) e fa parte di altre linee di comunicazione internazionali. Può spiegare meglio la strategia logistica e di trasporto di Teheran?
“Il corridoio di trasporto internazionale nord-sud ha la capacità di creare la struttura di una potente rete di comunicazione dall’oceano Indiano ai paesi baltici e scandinavi. La posizione geografica dell’Iran è tale da poter essere collocato al crocevia di questo percorso. Questo corridoio può essere un anello di collegamento commerciale tra l’Asia e l’Europa e facilitare il trasferimento di merci dai paesi dell’Asia orientale al Caucaso e all’Asia centrale.
Il vantaggio più importante di questo progetto è ridurre la distanza per i paesi asiatici verso l’Europa; questo corridoio è infatti più breve di circa il 60% rispetto alla rotta marittima dall’India verso l’Europa attraverso il canale di Suez. Riduce inoltre i tempi di movimentazione delle merci dall’India al Nord Europa da 40 giorni a 20 giorni.
Inoltre il corridoio est-ovest può collegare i paesi dell’Asia orientale e la Cina all’Europa. La Cina è uno dei più importanti esportatori di merci verso l’Europa e la via terrestre più breve ed economica è quella di trasportare merci dall’Iran su rotaia. Ci vogliono circa 45 giorni per spedire merci dalla Cina all’Europa via mare e l’utilizzo della rotta ferroviaria attraverso l’Iran riduce della metà i tempi e i costi di trasporto e, di conseguenza, aumenta la produttività delle attività economiche”.

– Il recente accordo per la ripresa delle relazioni diplomatiche tra Iran e Arabia Saudita, mediato dalla Cina, promette conseguenze positive sulla regione, a cominciare dalla Guerra civile in Yemen. Come è arrivato Iran all’accordo? Quali sono le attese e quali le incognite?
“La Repubblica Islamica dell’Iran ha sempre creduto nel principio del dialogo e ritiene che non ci siano alternative a questo principio. Questo è l’unico metodo che può risolvere problemi e dirimere incomprensioni e sviluppare ulteriormente la cooperazione tra le unità politiche nella regione e oltre la regione. Abbiamo avviato negoziati con l’Arabia Saudita in Iraq, Muscat e Cina con questo principio in mente.
Ci auguriamo che con l’avvicinamento ulteriore di questi due paesi e i paesi della regione assisteremo ad importanti sviluppi nell’area del Golfo Persico e nelle relazioni regionali sostituendo lo stato attuale con economia, commercio e cultura in modo tale che la nostra regione possa prendere le distanze dal suo stato attuale, che è il risultato del militarismo dei paesi extraregionali.
Questa regione dovrebbe essere in grado di fondare la propria sicurezza sullo sviluppo e sulla cooperazione tra i paesi. Abbiamo bisogno di sicurezza regionale, sicurezza comprensiva e indivisibile che includa tutti i paesi dell’area, sicurezza che non sia basata sul concetto tradizionale o classico di militarismo, ma sullo sviluppo e sulle relazioni tra i paesi e sia in grado di utilizzare tutte le capacità.
Nei negoziati, la parte saudita ha ritenuto che si dovesse parlare anche dello Yemen, ma dal punto di vista della Repubblica Islamica dell’Iran la questione dello Yemen è fenomeno interno al Paese. Gli yemeniti sono consapevoli del problema esistente e di come affrontare la questione.
Il punto di vista dell’Iran sulla questione dello Yemen è un altro. Noi abbiamo sempre sottolineato che il problema nel paese può essere risolto sulla base di una soluzione politica”.

– Qual è la Sua opinione sulle relazioni tra Iran e Azerbaigian considerando le recenti tensioni tra i due paesi?
“In quanto paesi limitrofi, l’Iran e l’Azerbaigian hanno relazioni strategiche. Naturalmente, abbiamo anche nemici, come lo stato di Israele. Questo regime ha impostato la propria esistenza sull’instabilità e sulla mancanza di sicurezza della regione, specialmente nel mondo islamico. Rendendosi conto che alcune parti traggono vantaggio dalla creazione di divergenze tra Iran e Azerbaigian, la Repubblica Islamica dell’Iran sta cercando di superare queste tensioni attraverso iniziative diplomatiche.
Nel quadro dell’accordo tra i due paesi, e in particolare nei tre turni di colloqui telefonici tra i ministri degli Esteri dei due paesi, si è giunti ad un relativo rilassamento del clima e all’adozione di alcuni passi concreti per il dialogo tra le autorità competenti dei due stati al fine di superare i malintesi. Ci auguriamo di riportare le relazioni tra i due paesi al loro stato naturale.
In campo economico, fortunatamente, l’andamento delle collaborazioni commerciali è sempre in crescita nonostante le questioni politiche. Ci auguriamo che questo tasso di sviluppo continui a crescere in modo esponenziale.
La Repubblica Islamica dell’Iran sottolinea il fatto che si debba aprire una nuova pagina nelle relazioni tra Teheran e Baku e che essi necessitino di una nuova atmosfera. Riteniamo che le tensioni disturbino le relazioni bilaterali e siano in linea con gli interessi di quelle parti che vedono sempre il proprio vantaggio nel creare tensione tra paesi vicini. Auspichiamo un corretto e giusto prosieguo”
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* Articolo in mediapartnership con SpecialEurasia.