di Alberto Galvi –
L’Alta corte di Sapporo, in Giappone, ha stabilito che il divieto sui matrimoni tra persone dello stesso sesso è incostituzionale, in un momento in cui cresce la pressione affinché tali unioni vengano legalizzate. La Corte ha stabilito che negare alle coppie dello stesso sesso l’istituto matrimoniale viola il loro diritto fondamentale ad avere una famiglia e ha chiesto un’azione urgente da parte del governo per affrontare la mancanza di leggi che consentono le unioni omoaffettive.
Qualche giorno fa un tribunale di grado inferiore di Tokyo ha emesso una sentenza a favore di una coppia, diventando il sesto tribunale distrettuale a farlo. Tuttavia la sentenza della Corte distrettuale di Tokyo è stata solo una vittoria parziale per la comunità gay giapponese che chiede pari diritti matrimoniali, poiché non cambia né ribalta l’attuale legge sulle unioni che descrive il matrimonio come tra un uomo e una donna.
Il Giappone è l’unico membro del Gruppo dei G7 che esclude ancora le coppie dello stesso sesso dal diritto di sposarsi legalmente e di ricevere benefici coniugali. Negli ultimi anni il sostegno all’uguaglianza matrimoniale è cresciuto tra l’opinione pubblica giapponese, ma il Partito Liberal Democratico al governo, noto per i suoi valori familiari conservatori e la riluttanza a promuovere l’uguaglianza di genere e la diversità sessuale, rimane contrario.
Centinaia di comuni in tutto il Giappone consentono alle coppie dello stesso sesso di stipulare accordi di unione, ma i loro diritti sono limitati. I partner non possono ereditare i beni dell’altro o avere diritti genitoriali sui figli dell’altro, le visite ospedaliere non sono garantite, come neppure gli altri benefici previsti nel matrimonio.