GRECIA. Dopo il mancato accordo Tsipras invita i creditori al realismo

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TsiprasIn occasione dell’audizione al Parlamento europeo, il presidente della Bce Mario Draghi ha auspicato in materia di Grecia “un accordo forte, cioè in grado di generare crescita ed equità sociale, ma che garantisca anche l’equilibrio dei conti pubblici”. La Bce “sta facendo tutto il possibile. Un accordo è necessario, non solo per la Grecia ma per tutta la zona euro”, ha aggiunto.
Le parole di Draghi arrivano dopo il raffreddamento dei rapporti fra i creditori (cioè la “Troika”, Bce + Ue + Fmi) ed Atene ed in qualche modo tengono in piedi un filo di speranza per il paese sull’orlo del collasso.
Oggi la Commissione Ue ha fatto sapere che le proposte rivolte alla Grecia da parte dei creditori sono state “sostanziali, bilanciate e sensate”, che “tengono conto delle esigenze del popolo greco e del suo governo, ma anche di quelle degli altri 18 Stati dell’area euro, tutti quanti Paesi democratici”, ma da parte del governo greco ci sono state “interpretazioni fuorvianti”.
Siamo, insomma, punto e a capo, con la richiesta di un aggiustamento di bilancio “credibile e realizzabile”, di misure “importanti” per migliorare il sistema fiscale e combattere l’evasione, di uno sforzo per migliorare la stabilità del sistema finanziario, di riforme strutturali per rilanciare la crescita economica e di una modernizzazione del settore pubblico, finalizzata anche a combattere la corruzione.
Tuttavia il premier greco Alexis Tsipras è tornato ad invitare i creditori al “realismo” ed a accusarli di operare per “convenienza politica” riguardo alle richieste di tagli alle pensioni.
Va ricordato che il capitolo delle pensioni in Grecia risucchia il 10% del Pil, contro una media del 2,5% dell’Unione Europea, e che nei giorni scorsi dall’ufficio di Christine Lagarde si era fatto notare che nel paese ellenico la media delle pensioni è ai livelli della Germania, nonostante i lavoratori greci vadano in pensione dieci anni prima.
Le controproposte presentate dalla Grecia e che quindi hanno portato al mancato accordo suonano come inaccettabili ai creditori, ma il ministro della Finanze Yanis Varoufakis ha affermato in un’intervista a Radio Kokkino che “Quanto è accaduto ieri è che la Grecia ha detto qual è il limite da non oltrepassare”. “Vediamo le cose in maniera positiva. Realisticamente questo è un buon giorno, perché le cose sono più chiare”, ha aggiunto.
Se, tuttavia, non si troverà un’intesa sulle riforme, da individuarsi all’incontro dei ministri delle Finanze dell’eurozona previsto per giovedì, Atene non riceverà i 7,2 miliardi di euro di prestiti necessari a pagare la trance di debito al Fmi.