Haiti. Il Consiglio di sicurezza Onu, ’30 giorni per migliorare la sicurezza ad Haiti’

di Alberto Galvi

Una risoluzione adottata all’unanimità dai 15 membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite chiede al segretario generale António Guterres di riferire su una gamma di opzioni per migliorare entro 30 giorni la situazione della sicurezza ad Haiti, che ha visto un continuo aggravarsi di crisi umanitarie, politiche e di sicurezza, con bande che controllano la maggior parte della capitale e terrorizzano la popolazione con rapimenti, stupri e omicidi.
Le opzioni includono una formazione aggiuntiva per la polizia nazionale haitiana e l’aiuto nel prendere di mira il traffico illegale di armi verso la nazione caraibica. L’Onu autorizzerebbe fino a 70 poliziotti delle Nazioni Unite e consulenti penitenziari per intensificare il sostegno e l’addestramento delle forze di polizia di Haiti, a corto di personale e di fondi, e incoraggia il dispiegamento di una forza internazionale specializzata.
Lo scorso ottobre per fermare le bande, il primo ministro haitiano Ariel Henry ha lanciato un appello urgente alla comunità internazionale, ma otto mesi dopo nessun paese si è fatto avanti per guidare una tale forza.
Per questa operazione sono necessari fino a 2mila agenti di polizia anti-gang. Il potere delie bande è aumentato dall’assassinio risalente al 7 luglio 2021 del presidente Jovenel Moïse. L’ondata di uccisioni, stupri e rapimenti ha portato a una violenta rivolta da parte di gruppi di vigilantes civili. Ad aggravare la guerra tra bande c’è la crisi politica del paese: Haiti è stata privata di tutte le istituzioni elette democraticamente quando i mandati dei restanti 10 senatori sono scaduti all’inizio di gennaio.
La risoluzione, co-sponsorizzata da Stati Uniti ed Ecuador, esorta tutti i paesi a vietare la fornitura, la vendita o il trasferimento di armi a chiunque sostenga la violenza delle bande e le attività criminali; estende inoltre il mandato della BINUH (United Nations Integrated Office in Haiti) fino al 15 luglio 2024. Anche per la Cina è più urgente stabilizzare la situazione della sicurezza e fermare il flusso di armi.