Francia. Nasce la Special relationship con l’India

di Francesco Giappichini

Il presidente francese Emmanuel Macron ha deciso: nel corso di questo ventunesimo secolo anche il Paese transalpino dovrà avere la sua Special relationship, o Relazione speciale, e il partner privilegiato non potrà essere che l’India. Si tratta di una scelta geopolitica, ma anche, più prosaicamente, commerciale, che punterà a esaltare il preesistente partenariato strategico Parigi – Nuova Delhi, e con esso la partnership in vari settori: da quello militare al comparto del nucleare civile, dal campo commerciale a quello ambientale, passando per la collaborazione in ambito spaziale. Senza dimenticare le questioni attuali, come il conflitto ucraino. A suggellare il tutto è stata la visita parigina del presidente indiano Narendra Modi – protagonista alla parata militare del 14 luglio sugli Champs-Elysées – e gli accordi sottoscritti nell’occasione tra i due capi di stato.
Quest’anno si celebra anche il 25esimo anniversario della partnership strategica tra le due potenze, cosicché l’India rivestiva anche il ruolo di ospite d’onore della festa francese. Intanto un passo indietro: la cooperazione rafforzata tra i due Paesi risale al gennaio ’98, e fu siglata dal presidente Jacques Chirac, in visita in India. I risultati della «partnership globale», per usare le parole di Chirac, sono stati però modesti. Beninteso, secondo un recente rapporto di Bercy (il Ministero dell’Economia, delle finanze e della sovranità industriale e digitale), l’export transalpino verso Nuova Delhi ha raggiunto «i 6 miliardi di euro nel 2022»; e inoltre vi «sono più di 540 società e filiali francesi in India che impiegano quasi 300mila persone», secondo il Dicastero per l’Europa e gli affari esteri.
Tuttavia l’interscambio non è decollato, perché ostacolato dal protezionismo indiano nei settori agroalimentare, automobilistico e farmaceutico; il che ha impedito alle aziende francesi un’efficace penetrazione nel mercato locale. Ebbene, Macron ha deciso di rilanciare questa cooperazione per i prossimi 25 anni, con un’ambiziosa tabella di marcia che giunge fino al 2047. A prima vista spiccano gli obiettivi economici, e i media hanno raccontato come Modi abbia sottoscritto l’acquisto di 26 caccia Dassault Rafale Marine, e di tre sottomarini «classe Scorpène». Tuttavia un’analisi attenta evidenzia l’esigenza francese di allearsi con gli indiani, al fine di frenare l’inevitabile declino strategico, e dunque di difendere il ruolo di potenza indo-pacifica.
Non solo innanzi all’espansionismo della Cina, ma anche ad attività politiche e securitarie (sgradite), che sono guidate da potenze occidentali, in primis anglosassoni. Non solo il Trattato per la sicurezza tra Australia, Regno Unito e Stati Uniti (Australia, United Kingdom, United States security treaty – Aukus), arcinoto per la perdita della commessa australiana sui sommergibili; ma anche il Dialogo quadrilaterale di sicurezza (Quadrilateral security dialogue – Qsd o Quad), o il Global combat air programme (Gcap). In sintesi Parigi, vuoi per la grandeur, il passato coloniale, o per i Dipartimenti e regioni d’oltremare, si sente protagonista e direttamente coinvolto nelle dinamiche indopacifiche. E vuol avere mano libera per l’iniziativa diretta, evitando i macchinosi consessi multilaterali. E così il recente stop francese alla proposta della Nato (North atlantic treaty organization) di aprire un ufficio a Tokyo, va letto anche in questo senso, e non può trattarsi solo della pretesa di non “innervosire” Pechino.