I cristiani siriani partecipano alla rivoluzione in prima linea

di Ghazy Eddaly –

Nonostante lo sforzo fatto dal regime siriano, sin dall’inizio della rivoluzione tramite le sue diplomazie e le campagne di informazione, per convincere l’intero mondo che la sua era una risposta al terrorismo e all’estremismo religioso e che quindi era una lotta contro i gruppi armati appartenenti di al-Qaeda che minacciavano il popolo, terrorizzavano i cittadini ed opprimevano le minoranze, i siriani si sono ritrovati uniti contro la dittatura del regime e per la libertà, rifiutando  ogni divisione sia religiosa (musulmani e cristiani) che etnica (assiri, curdi, arabi …).
Gli insorti hanno invitato i vari appartenenti a queste minoranze, residenti all’estero, a rientrare in Siria, a unirsi a loro o a svolgere attività di sensibilizzazione, per non essere complici con il silenzio del regime e dei suoi massacri; l’ultimo invito è arrivato dal leader del partito libanese “Le Forze”, Samir Geagea, il quale ha invitato i cristiani siriani a partecipare agli eventi e quindi a non rimanere a guardare quando accade in modo impassibile.
In realtà la minoranza cristiana in Siria è già parte della rivoluzione e ribelli cristiani sono impegnati in prima linea, partecipano alle manifestazioni contro il regime e chiedono con forza la sua caduta; diversi sono gli interventi sui social network e le pagine create su internet, dove viene raccontata la partecipazione di esponenti cristiani nella rivolta, come pure nella raccolta di fondi e di aiuti per gli sfollati; fonti dell’Esercito libero hanno confermato la presenza di militari di religione cristiana nelle proprie file e si è avuta notizia persino di un battaglione “cristiano”, l’“Ansardin”, al quale partecipa il noto George Sabra.
Appare quindi un errore ritenere che la rivoluzione siriana sia una rivoluzione islamica, ovvero promossa da gruppi islamici che vogliono rovesciare il regime e nel contempo opprimere le altre minoranze, come quella cristiana; il popolo siriano appare oggi unito contro l’alleanza russo-siriana, per i cui interessi strategici il regime di al-Assad ha dato prova di non fermarsi davanti a nulla e di arrivare ad uccidere il popolo stesso; la Russia, che ha diritto di veto al Consiglio di Sicurezza, ostacola una risoluzione di condanna e quindi di intervento delle Nazioni Unite.