I curdi lasciati soli: possono contare solo su se stessi

di Shorsh Surme –

L’aggressione turca nei confronti dei curdo-siriani si svolge nel cinico silenzio della comunità internazionale, della Nato e dell’Unione Europea. E’ tuttavia più di un secolo che i curdi vengono usati come moneta di scambio nella politica Internazionale, basti pensare nella guerra al “califfato” dell’Isis, la capitale del Kurdistan dell’Iraq (Sud Kurdistan), Erbil, era diventata meta dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea: essi si recavano lì per complimentarsi con i valorosi combattenti curdi. i Peshmerga. per il loro coraggio e la determinazione nella lotta al terrorismo jihadista. D’altro canto la sconfitta dell’Isis in Siria e in Iraq si deve anche all’impegno determinato e costante dei Peshmerga, primo baluardo all’espansione del “califfato”, per cui si sono sacrificati uomini e donne al fine di difendere la libertà di tutti.
In centinaia sono rimasti uccisi nella presa di Raqqa, già capitale dell’Isis in Siria come da volere del leader Abubakir al Baghdadi.
Quello che si spera è che i partiti e i movimenti curdi in tutte le quattro parti del Kurdistan possano unire la loro forze per contrastare il genocidio della popolazione curda in atto in Turchia come in Iran, in Iraq come in Siria, consci di non poter contare su nessuno se non sulla propria forza e volontà di vivere su una terra libera e democratica.