Il Brasile svolta a destra: vince Bolsonaro

Il nuovo presidente torna a promettere l’estradizione di Battisti in Italia.

di Elisabetta Corsi

Il Brasile ha il suo nuovo presidente, Jair Bolsonaro, che ha vinto il ballottaggio con il 55,14% dei voti contro il candidato di sinistra Fernando Haddad, del partito dell’ex presidente Lula, che ha ottenuto il 44,86 % delle preferenze. Bolsonaro è il sedicesimo presidente militare nella storia del paese, il terzo arrivato al potere attraverso il voto diretto.
Una vittoria dell’estrema destra prevedibile fin dai risultati del primo turno, dove Bolsonaro si era piazzato al primo posto con il 46,12% delle preferenze: il neo-presidente ha saputo far breccia nei brasiliani puntando il dito contro l’insicurezza (65mila omicidi all’anno) e la corruzione che ha portato alla rovina il paese, un chiaro riferimento all’ex presidente, ora in carcere, Luiz Inacio Lula da Silva.
Uomo dalle frasi forti, ad una settimana dal ballottaggio aveva garantito che in caso di vittoria i suoi oppositori sarebbero stati esiliati.
Una folla di gente si è riversata per le strade a festeggiare la vittoria, anche davanti alla casa del nuovo presidente. a Barrio de Tijuca, e Bolsonaro ha aperto una diretta facebook con Bibbia, Costituzione e un libro di Winston Churchill messi in bella mostra sulla scrivania. Nel discorso ha dichiarato che “Noi siamo stati dichiarati vincitori. Quello che più desidero, seguendo gli insegnamenti di Dio, con la costituzione brasiliana, l’ispirazione di grandi leader e un buon consiglio tecnico e professionale da una parte, senza indicazioni politiche di prassi, è iniziare col fare un governo a partire dal prossimo anno che possa realmente collocare il Brasile in un posto preminente. Abbiamo tutto per essere una grande nazione”.
Molte volte in campagna elettorale se l’è presa con la stampa accusandola di essere contro di lui, ed ha sottolineato come in Brasile non possa continuare con il socialismo, il comunismo, il populismo e l’estremismo di sinistra. Bolsonaro ha anche preso contatti con Donald Trump, di cui è dichiarato ammiratore e del quale ha fatto sue diverse strategie, ed ha già ricevuto le felicitazioni dei vari presidenti sudamericani ad esclusione, ovviamente, del venezuelano Maduro.
Non ha dimenticato di ringraziare Dio per aver superato l’attentato di un mese fa che lo ha tenuto lontano dalla campagna elettorale per un po’ di tempo e che gli ha impedito di partecipare ai dibattiti televisivi con gli altri candidati. Ha affermato a caldo che “Sono molto felice per questa missione di Dio, e una missione non si discute né si sceglie, ma si compie. Insieme compiremo la missione di riscattare il nostro paese”.
Garantendo di voler seguire la Costituzione e di rispettare la democrazia e la libertà, ha affermato di voler garantire la governabilità del paese, ma che la burocrazia verrà tagliata così come anche i privilegi e gli sprechi, per permettere ai cittadini di avere un futuro. Un altro suo punto forte è la decentralizzazione amministrativa: “Più Brasile, meno Brasilia”, ha affermato Bolsonaro. In politica estera vuole creare relazioni solo con quei paesi che possono dare valore tecnologico e economico ai prodotti brasiliani, perché il paese deve recuperare il rispetto nazionale, ed ancora una volta è tornato sul caso dell’ex terrorista Cesare Battisti, protetto in Brasile da Lula, confermando l’intenzione di estradarlo in Italia dove lo attende il carcere per scontare due ergastoli per quattro omicidi.

Cesare Battisti. (Foto O Globo).