INCHIESTA. Salafiti – mass media: un rapporto fatto di reciproche accuse

di Ghazy Eddaly e Bessem Ben Dhaou –

QUARTA PUNTATA (vedi le altre puntate) –

I media hanno rivestito un ruolo fondamentale nell’osservare e quindi trasmettere alla società tunisina ed all’estero i cambiamenti ed i fatti inerenti la Rivoluzione del gennaio 2011.
Facendosi forza della libertà di espressione acquisita proprio grazie alla Rivoluzione tunisina, i media hanno fotografato ed esaminato i cambiamenti in atto arrivando alla conclusione che la libertà e la democrazia acquisite con la Primavera araba sono in pericolo a causa della crescita e dello sviluppo del movimento salafita.
Dal punto di vista comunicativo il fenomeno salafita ha rappresentato un’argomentazione ghiotta per le tv e per i giornali, i quali hanno però distolto l’attenzione fino ad ignorare i veri problemi di carattere socio-politico che investono il paese.
Vi sono state così manipolazioni della realtà, notizie riportate e non verificate, fatti gonfiati e carenti di prove concrete per dipingere una verità che non c’è e quindi creare un sentimento di ritorsione che potesse comportare anche l’esclusione dei salafiti dalla vita politica se non la repressione e quindi il loro rientro in carcere.
Il primo canale televisivo che ha lavorato in questo senso è stato “Nessma tv”, arrivando a trasmettere persino un film provocatorio iraniano e quindi l’immagine di cosa accadrebbe se, a causa del crescente movimento salafita, la religione prendesse il posto della libertà di espressione: la conseguenza di tale programma sono stati disordini nel paese e l’incendio dell’abitazione del direttore Nabil Karwi.
Qualche mese dopo i mass media avevano parlato di un attacco da parte dei salafiti alla sede centrale del canale televisivo “al-Hiwar”; Notizie Geopolitiche, giunto sul posto, ha interloquito con i giornalisti e con i tecnici degli studios, i quali hanno però affermato di non essere certi che coloro che avevano attaccato la sede fossero salafiti: “non abbiamo prove concrete e dobbiamo aspettare i risultati delle indagini”, hanno affermato. “Il direttore Tahar Ben Hssine con le sue prese di posizione contro i salafiti rappresenta solo sé stesso”.

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