India. Disastro Covid: 350mila casi confermati al giorno. Sanità in ginocchio

di Guido Keller

Sembrava fino a poco fa sotto controllo l’epidemia in India, paese da 1,39 miliardi di persone, e le autorità avevano allentato le misure restrittive concedendo ad esempio le corpose funzioni religiose lungo il Gange. All’improvviso il Covid-19 si è tuttavia diffuso in modo esponenziale fino ai record di questi giorni, con cifre che ormai superano i 350mila casi accertati in 24 ore. L’India, che conta quasi 18 milioni di casi accertati e 200mila morti, si pone così nella pandemia immediatamente dopo gli Usa (32,2 milioni di casi accertati e 572mila decessi), ma lì è in corso una sostenuta campagna vaccinale che fa ben sperare per la realizzazione dell’immunità di gregge. In India invece ad essere vaccinato è stato fino ad ora solo l’1,5 percento della popolazione, nonostante in gennaio il governo avesse bloccato 100 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca lì prodotto. In marzo il Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif) si è accordato con l’azienda farmaceutica indiana Stelis Biopharma per la produzione del vaccino Sputnik V, ovvero di 200 milioni di dosi di vaccino utili per 100 milioni di persone; nel frattempo però la grave situazione della pandemia in India ha portato al collasso del sistema sanitario con ritardi nella refertazione dei tamponi e la mancanza di ossigeno e dei posti letto negli ospedali.
I morti ormai vengono cremati dove capita, persino nei parcheggi delle città, ma c’è incertezza anche sul numero delle vittime, dal momento la quantità di cremazioni risulta essere sensibilmente più alta di quella dei morti per Covid, come ha denunciato nei giorni scorsi il Financial Time.
La crescita repentina dei contagi sarebbe dovuta alla diffusione della cosiddetta variante indiana, la B.1.617, ma il ministro della Sanità, Harsh Vardhan è nella bufera per aver sostenuto che la causa di tutto sarebbe da attribuirsi ai “cittadini poco responsabili” e non alla cattiva gestione dell’epidemia, per cui erano state allentate troppo preso le misure di contenzione.
La variante indiana è già giunta in Europa ed in Italia, con una famiglia di immigrati residente nel vicentino rientrata da un pellegrinaggio sul Gange risultata positiva, ma il sindaco del comune di Villaverla ha reso noto che i quattro, padre, madre e due bambini, stanno rispettando scrupolosamente le misure della quarantena. Casi sospetti a Latina, tuttavia dallo Spallanzani si è appreso che i test fatti sulla locale comunità Sikh “sono risultati tutti negativi”.
Un portavoce della Commissione europea ha riferito che nel fine settimana “vista la situazione in India è stato attivato il meccanismo di protezione civile”, ed il ministro della Salute Roberto Speranza ha reso noto di aver firmato il divieto di ingresso nel nostro paese per coloro che negli ultimi 14 giorni si sono recati in India, “non dobbiamo abbassare la guardia”.
L’India sta chiedendo aiuto al mondo, e le autorità sanitarie hanno fatto sapere dell’urgenza di ricevere forniture di ossigeno. Dalla Gran Bretagna è già partito un volo con ventilatori ed altre apparecchiature sanitarie, mentre gli Usa hanno comunicato la disponibilità di 60 milioni di dosi di vaccino AstraZeneca. Respiratori, medicinali ed altro materiale sanitario in arrivo da Francia, Israele e Germania, ed anche il Pakistan, con il quale i rapporti sono tradizionalmente molto tesi, ha annunciato la sua offerta di aiuto.
Chiusure ferree da domani nello stato indiano del Karnataka, dove non potranno circolare nemmeno i mezzi pubblici; il Karnataka, situato nella parte sud occidentale del paese, è il terzo colpito dalla pandemia in ordine di gravità, dopo il Maharashtra e l’Uttar Pradesh.
Il numero dei casi accertati di Covid-19 nel mondo, dato comunicato dalla John Hopkins University, è di 148 milioni di contagi, di 85,7 milioni di guariti e di oltre 3,2 milioni di decessi.