India. L’Italian Mall e le opportunità di investimenti. Intervista a Fabrizio Giustarini (ICE)

a cura di Angelo Fasulo

Nel luglio dello scorso anno Google ha annunciato un programma di investimenti da 10 miliardi di dollari nella trasformazione digitale dell’India, un piano che tra i suoi principali obiettivi annovera l’aumento del 100% degli utenti attivi. Questo comporterà una crescita del numero degli utenti sulle piattaforme di e-commerce. Delle quali Jean Paul Ago, a.d. di L’Oreal, definiva in questo modo: “L’ e-commerce non è la ciliegina sulla torta. È la nuova torta”.
Per comprendere quali opportunità possono rappresentare per l’Italia le piattaforme di e-commerce indiane abbiamo posto alcune domande a Fabrizio Giustarini, direttore dell’Ufficio ICE – Agenzia Mumbai.

– Le Agenzie ICE hanno stretto un accordo con Flipkart, secondo marketplace dell’India, per permettere all’aziende italiane di entrare nel mercato indiano attraverso l’apertura della vetrina Italian Mall. In cosa consiste l’accordo e quali sono i settori di maggior interesse per il Made in Italy?
“L’accordo, stipulato tra l’ufficio di Mumbai dell’Agenzia ICE e Flipkart consiste nella realizzazione, all’interno del marketplace, di una vetrina di prodotti autentici Made in Italy, chiamato “Italian Mall”, dove troveranno spazio principalmente le aziende dei settori relativi ai beni di consumo come agroalimentare ad esclusione degli alcolici, moda ed accessori, complementi di arredo, gioielleria, occhialeria, prodotti in pelle, articoli per la casa, cosmetici e prodotti per la cura della persona
L’Italian Mall è stato lanciato lo scorso mese di Dicembre e nel corso del 2021 l’Agenzia ICE supporterà il progetto con un vasto piano marketing con l’obiettivo di direzionare il maggior numero di traffico possibile verso la vetrina, in modo da favorire la conoscenza e l’acquisto di prodotti italiani a consumatori indiani con sufficiente potere di acquisto ma che, per varie ragioni, non hanno facile accesso ai prodotti stessi”
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– Sicuramente le aziende straniere che vogliono investire in India devono tener conto dei fattori culturali, sociali e politici. Quali possono, se applicati, influenzare positivamente su una pianificazione di export marketing?
“Il mercato indiano a tutti i livelli è caratterizzato dall’attenzione dei consumatori al prezzo finale; nel caso dell’Italian Mall stiamo parlando comunque di un target di clientela molto ben definito che, oltre ad avere una capacità di spesa in linea con i prodotti Made in Italy, abbia anche la necessaria sensibilità verso gli stessi, per precedenti esperienze personali, professionali o semplicemente per aver visitato l’Italia, e ne sappia riconoscere il valore aggiunto in termini di design, funzionalità e qualità tale da giustificarne il maggior costo.
Ciò premesso, è necessario spiegare molto bene al consumatore finale il cosiddetto “premium price” ed i vantaggi che comporta l’acquisto di un prodotto Made in Italy; la predisposizione dello “storytelling”, che evidenzi il legame dell’oggetto alla tradizione del nostro Paese ed alla storia dell’azienda, spesso può fornire al prodotto quel tocco di esclusività che rende l’acquisto unico e particolare”
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Narendra Modi.
– Quali sono gli strumenti che mette in atto il governo indiano per attrarre nuovi investimenti esteri? Che agevolazioni presentano i parchi industriali e le Free Trade Zone?
“Lo strumento principale governativo è il Progetto “Make in India” lanciato nel 2014 dal primo ministro Modi e rilanciato recentemente dopo la sua rielezione per il secondo mandato.
Soprattutto a seguito della crisi sanitaria ed economica dovuta alla pandemia nel 2020, l’India si è posta l’obiettivo di diventare un vero e proprio hub produttivo nell’area per le aziende locali ed estere, fornendo agevolazioni e benefits a chi presenta progetti di investimento in attività produttive nel Paese. Con l’agenzia governativa che ha il compito di attrarre investimenti esteri, InvestIndia, l’Agenzia ICE ha recentemente rinnovato un MOU per consolidare il rapporto di collaborazione e di supporto alle aziende italiane ed indiane che vogliono investire nei due rispettivi Paesi.
Oltre ai programmi governativi federali, esistono altri strumenti a livello statale che, allo stesso modo, prevedono sconti fiscali, concessioni di terreni a titolo gratuito, sconti nell’utilizzo di risorse idriche ed elettriche a chi presenta progetti di investimento e di incremento di posti di lavoro.
A livello settoriale esistono inoltre delle strutture come i Mega Food Park, per quanto riguarda il food processing, ed i parchi industriali con diverse specializzazioni settoriali, che hanno il vantaggio di mettere in contatto le aziende presenti sia con altre realtà produttive complementari, sia con soluzioni di sbocco e di opportunità commerciali per la propria produzione”
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– Si stima che l’India nel 2024 possa diventare la nazionale più popolosa del mondo: oltre agli investimenti nella trasformazione digitale, quali sono gli asset strategici del paese e che ruolo rivestono le politiche ambientali?
“Sicuramente il maggior asset strategico è proprio la numerosità della popolazione e la sua età media, che oggi è di circa 35 anni; questi elementi costituiscono un bacino di utenza unico al mondo che, grazie proprio all’età ed alla digitalizzazione già fortemente presente nel tessuto sociale, è pronto ad aprirsi a culture ed esperienze diverse, anche a seguito di un lento, ma costante, miglioramento delle proprie condizioni economiche. Naturalmente questo processo di cambiamento deve essere, se non favorito, quantomeno non ostacolato da politiche che potrebbero apparire “protezionistiche” e contrarie al cambiamento.
In questo contesto di trasformazione e cambiamento si inseriscono naturalmente anche le politiche ambientali, per le quali l’India deve scontare un ritardo molto pesante accumulato nei decenni scorso, e che stanno vedendo l’avvio di importanti progetti, governativi e non, in tutti i settori coinvolti nelle politiche, come quello delle energie alternative, di una meccanizzazione agricola più ecosostenibile e tendente ad un minor spreco di risorse, degli imballaggi alimentari ed industriali volti ad un utilizzo sempre più diffuso di materiali riciclabili e, infine, dei veicoli elettrici.
Proprio per lo stadio preliminare dello sviluppo delle politiche a difesa dell’ambiente, riteniamo che ci possa essere spazio ed opportunità per l’offerta di nuove e più efficienti tecnologie in ogni campo sopra evidenziato da parte delle nostre aziende, alcune delle quali, soprattutto nel settore energetico, hanno già avuto positivamente accesso alle gare di appalto indette a livello federale e statale”
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