ISRAELE. Flytilla day, attivisti bloccati negli aeroport’. ‘Andate in Iran o in Siria’

 Ansa, 15 apr 12 –

Primi fermi di attivisti filo-palestinesi sono stati compiuti dalla polizia israeliana all’ aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, nel contesto delle misure di sicurezza adottate per il ‘Flytilla Day’. Secondo radio Gerusalemme finora nove persone sono state fermate per accertamenti. Tre di esse hanno avuto sul posto mandati di espulsione mentre cinque sono state ammesse in Israele. Il nono attivista risulta essere ancora sotto inchiesta.

Decine di attivisti pro-Palestina sono stati bloccati stamane all’aeroporto parigino Charles de Gaulle mentre cercavano di partire per Tel Aviv, perche’ giudicate da Israele ‘persone indesiderate”. Gli attivisti dovevano imbarcarsi sui voli Lufthansa e Swiss Air, con destinazione Tel Aviv per poi raggiungere Betlemme nell’ambito dell’operazione ‘Welcome to Palestine’. Ma si sono visti rifiutare l’imbarco di fronte alla richiesta in questo senso fatta da Israele. ”Oggi – hanno commentato gli attivisti – il check point e’ a Parigi”.

Su ‘direttiva dello Stato di Israele’, Alitalia questa mattina ha negato l’imbarco su un volo diretto a Tel Aviv a sette attivisti italiani del gruppo internazionale ‘Welcome to Palestine’, noto anche come Flytilla, che nel pomeriggio doveva atterrare, in partenza da diverse citta’ dell’Europa e della Turchia, allo scalo internazionale di Tel Aviv. I nomi della delegazione italiana – tra cui c’e’ anche quello del vignettista Vauro Senesi – sono stati inseriti in una lista di persone a cui Alitalia ha negato l’imbarco.

Con una ironica lettera di ‘Benvenuto’, le autorita’ israeliane solleciteranno gli attivisti filo-palestinesi in arrivo oggi a Tel Aviv nel contesto del ‘Flotyilla Day’ (Benvenuti in Palestina) a dedicare le loro energie a cause umanitarie a loro parere piu’ urgenti: in Siria, Iran e Gaza. Nel messaggio – indirizzato al ‘Caro attivista’ – si afferma che quanti lottano per la difesa diritti umani potrebbero scegliere piuttosto di protestare ”contro le stragi quotidiane perpetrate dal regime siriano nei confronti del suo stesso popolo… o contro la repressione violenta messa in atto dal regime iraniano verso i suoi oppositori… o contro il regime di Hamas a Gaza che si macchia due volte di crimini di guerra quando spara contro civili (israeliani) facendosi scudo di altri civili (palestinesi)”. Nel messaggio viene poi espresso stupore che come obiettivo della protesta sia stato scelto invece Israele, ”unica democrazia del Medio-Oriente, dove le donne beneficiano di eguali diritti, dove la stampa e’ libera di criticare il governo, dove le organizzazioni umanitarie sono libere di agire, dove viene garantita liberta’ di culto e dove le minoranze non vivono nella paura”. Le autorita’ israeliane consigliano dunque a questi attivisti di ”risolvere prima i veri problemi” della Regione e quindi di tornare in Israele per riferire della loro esperienza.