Kenya. Munyendo (Cbm), ‘crescono prezzi e fame, pesa conflitto ucraino’

'Costretti a fermare progetti per portare cibo'.

Agenzia Dire

Tra i bambini con disabilità che Cbm ha aiutato in questi anni, le storie di successo sono moltissime: un ragazzo che perse la vista a 16 anni oggi è dirigente al ministero dell’Educazione, un altro è stato parlamentare e oggi lavora negli uffici del governo, poi tanti ragazzi e ragazze hanno costruito una vita indipendente dopo aver ricevuto protesi o una sedia a rotelle. Ora però il futuro dei bambini con disabilità è gravemente compromesso, ed è anche a causa del conflitto in Ucraina“. David Munyendo parla con entusiasmo quando ricorda “i bambini Cbm”, ma poi il tono si fa più preoccupato. E’ direttore paese di Cbm Italia onlus, organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecità e della disabilità evitabile e nell’inclusione delle persone con disabilità nel sud del mondo e in Italia. L’intervista con l’agenzia Dire avviene nel giorno in cui entra nel quarto mese il conflitto in Ucraina, una guerra che, come continuano ad avvertire le agenzie Onu, sta avendo un impatto devastante sui Paesi più dipendenti da grano e fertilizzanti provenienti da Russia e Ucraina, come il Kenya.
Da fine febbraio – continua il responsabile di Cbm – tutti I prezzi sono aumentati e la maggior parte delle famiglie non riesce ad assicurare neanche un pasto al giorno. I bambini sono sempre più a rischio malnutrizione, già 650mila sono in questa condizione. E’ una situazione frustrante” denuncia. “Abbiamo dovuto sospendere molti interventi e destinare tempo e fondi per i pacchi alimentari. D’altronde non puoi lavorare su educazione e riabilitazione con persone che hanno fame“. E chi è portatore di una disabilità “finisce velocemente ai margini, senza istruzione né futuro“.
Munyendo conferma che stanno lievitando I prezzi di tutti gli alimenti di base: “pane, latte, olio da cucina“. Anche il carburante si fa caro, “e a volte è scarso” e questo “aumenta la disoccupazione da un lato, e i prezzi dall’altro“. Un circolo vizioso che si inserisce su una crisi precedente, quella che il Kenya ha sofferto per la crisi globale causata dalla pandemia di Covid-19 e per la siccità, che secondo l’Onu ha spinto alla fame 2,3 milioni di persone. “Tanta gente ha perso il lavoro” ricorda Munyendo, mentre “molti giovani sono costretti ad abbandonare gli studi perché le famiglie non ce la fanno a mantenerli“.
In questo quadro tutt’altro che roseo, Munyendo però si dice speranzoso: “stiamo cercando nuove alleanze con partner pubblici e privati per aiutare le famiglie più colpite dalla crisi. In molti si stanno mobilitando“.
Ben 3.600 le famiglie che Cbm ha inserito in un programma di assistenza nella sola Contea di Meru, a nord di Nairobi, perché le comunità rurali, “lontane dai servizi come la rete idrica o elettrica, sono le più fragili. Saranno supportate fino a dicembre 2024“, spiega ancora il responsabile dell’organizzazione italiana, chiarendo che ogni nucleo familiare è stato selezionato in quanto “accoglie una o più persone con disabilità“. Cbm Onlus lavora anche sulla creazione di reddito: “accompagniamo agricoltori e allevatori verso tecniche tradizionali o moderne ma comunque più resilienti ai cambiamenti climatici“, che nel Corno d’Africa determinano periodi di siccità sempre più lunghi oppure l’avvento delle locuste che distruggono i raccolti.