KOSOVO. Serbia ribadisce no a seggio Onu

Ansa, 9 feb 13 –

Belgrado ha ribadito il suo no all’ingresso del Kosovo alle Nazioni Unite. ”Noi non possiamo accettare l’adesione del Kosovo all’Onu poiche’ riteniamo che la questione dello status del Kosovo non sia stata ancora risolta, e che sia necessario trovare una giusta soluzione che vada nell’interesse sia dei serbi che degli albanesi”, ha detto il premier serbo Ivica Dacic citato oggi dai media. La dirigenza di Pristina, al contrario, ritiene ormai chiuso e non piu’ proponibile il discorso sulla sovranita’ e l’indipendenza proclamata dal Kosovo cinque anni fa, il 17 febbraio 2008. Dacic ha fatto le sue dichiarazioni incontrando a New York l’ambasciatore russo all’Onu, Vitali Ciurkin. Per risolvere il problema del Kosovo, ha aggiunto, la Serbia ha bisogno dell’appoggio della Russia, della Cina e di altri grandi Paesi. Un appoggio – ha osservato – basato sui principi del diritto internazionale e sulla verita’. ”Noi siamo molto grati alla Federazione russa per il suo sostegno costruttivo, diretto a trovare una giusta soluzione (alla crisi del Kosovo, ndr) e ad assicurare una pace durevole nella regione, e prima di tutto la sopravvivenza dei serbi”, ha detto il premier. Russia e Cina, forti sostenitori di Belgrado che non hanno riconosciuto l’indipendenza del Kosovo, sono membri permanenti del consiglio di sicurezza dell’Onu , e il loro veto sarebbe determinante in una eventuale votazione sull’accettazione del Kosovo all’Onu. Gli altri tre membri permanenti – Usa, Francia e Gran Bretagna – hanno invece detto si’ all’indipendenza di Pristina. A una settimana dal quinto anniversario della proclamazione unilaterale d’indipendenza di Pristina, la situazione in Kosovo resta tesa e complessa, sopratutto nella parte nord a maggioranza serba, dove nelle ultime settimane si sono intensificati episodi di provocazione interetnica e attentati dinamitardi. Ultimo episodio di forte tensione e’ stato quello di ieri al monastero di Decani (ovest), dove la popolazione di etnia albanese ha manifestato per espropriare il monastero di oltre 20 ettari di terra, assegnati al monastero con una sentenza della Corte suprema.