Mosca non cede sulla Siria, poiché gli Usa controllano il resto dell’area

di Enrico Oliari –

E’ prematura, secondo Mosca un’azione della comunità internazionale contro la Siria dopo il massacro di Hula: è quanto ha comunicato oggi il viceministro russo degli Esteri, Guennadi Gatilov, all’agenzia russa Interfax. “Noi stimiamo che l’esame del Consiglio di sicurezza dell’Onu di tutte le nuove misure per influire sulla situazione sia prematuro”, ha dichiarato l’esponente del governo, facendosi forte anche del fatto che la secondo la Russia, la questione della strage di Hula appare tutt’altro che chiara.
La stessa organizzazione delle Nazioni unite ha infatti appurato che diverse vittime dell’eccidio non sono morte per le cannonate dell’artiglieria, bensì a causa di colpi di arma bianca imputabili, come ha sostenuto Herve Ladsous, capo delle operazioni di pace delle Nazioni Unite, alle “milizie locali shabiha, fedeli al regime di Bashar al Assad”.
Anche Azhdar Kurtov, esperto dell’Istituto di Studi Strategici Russo, considera non chiare le responsabilità della strage di Hula, poiché il governo di al-Assad ha subito preso le distanze da quanto successo. “La guerra civile è sempre una tragedia – ha spiegato -. E’ sempre molto difficile accertare chi ha ragione e chi ha torto, e tanto più accertare con veridicità giuridica il grado di colpa in caso di crimini di guerra. Penso che ciò sia più a favore dell’opposizione che ha la possibilità di appellarsi alla comunità mondiale”. Kurtov va anche oltre: “Ad aggravare la situazione è il fatto che l’ELS ha deciso di non seguire più il piano di pace di Kofi Annan. Si noti che all’interno del Paese è la parte più pericolosa dell’opposizione poiché nelle sue file ci sono professionisti militari armati – disertati dall’esercito regolare”.
In realtà la Russia non vede ciò che non vuole vedere, ovvero che la risposta all’opposizione siriana da parte del regime di al-Assad è stata tutt’altro che misurata fin da quando alla semplice protesta di piazza ha scelto di rispondere con i carrarmati.
Alla base di questo comportamento fino troppo “prudente” da parte di Mosca e quindi del suo veto ad un intervento militare nel paese vi è una giustificazione puramente di carattere geopolitico: la presenza degli Usa nell’area mediorientale è sotto gli occhi di tutti: 23 in Turchia + 10 minori; 2 nella parte turca di Cipro; 3 in Egitto; 1 in Israele; 19 in Iraq; 1 in Giordania; 6 in Kuwait; 7 in Arabia Saudita + 5 minori; 2 negli Emirati arabi; 2 in Qatar; 4 in Oman; 3 in Bahrain; 1 in Yemen; 2 a Gibuti; 3 in Azerbaigian; 2 in Kirghizistan; 2 in Uzbekistan; 3 in Tagikistan; 15 in Afghanistan; 6 in Pakistan; 2 a Diego Garcia (Oceano Indiano): non c’è quindi da stupirsi se la Siria rappresenti per la Russia un’area di controllo irrinunciabile, tanto che, a prova di questo e come ha potuto rilevare il capo degli osservatori della Lega araba in Siria, il sudanese Mohammed Ahmed Moustapha al-Dabi, Mosca ha mandato fin dall’inizio dei disordini nella base navale siriana di Tartous una flottiglia composta da navi da guerra, sottomarini, aerei da combattimento, elicotteri e diversi sistemi di missili.
Gli Usa e l’Occidente in materia di crisi siriana non sono mai andati oltre qualche roboante proclama, mentre, per la partita a scacchi dei potenti,  milioni di profughi vanno allo sbando ed  in molti muoiono sotto i colpi dei due contendenti.

Elenco delle basi Usa nell’area:

• TURCHIA: Ankara (Comando US-Air Force); Batman Air Base (US-Air Force); Buyuk-Cigli Air Base (US-Air Force); Incirlick-Adana (39º Air Expeditionary Wing – US-Air Force); nonché le Basi aeree di Izmir, Corlu, Konya, Diyarbakir eMus (US-Air Force) ele Basi di appoggio e di facilità portuaria di Istambul, Izmir, Mersin e Iskenderun (US-Navy) – più una decina di altri insediamenti US-Army.
• CIPRO TURCA: Famagosta (US-Navy); Rizocarpaso (NSA).
• EGITTO: Cairo (3º NavMedRschu – US-Navy); Alessandria (US-Navy); Hurgada (Mar Rosso – US-Navy);
• ISRAELE: Haifa (US-Navy).
• IRAQ: 14 Basi permanenti («enduring» military bases – con la presenza di all’incirca 110.000 uomini – US-Army); Baghdad Air Base (US-Air Force); più le Speciali Basi di: Bashur(Kurdistan – US-Army); Talil (nei pressi dell’Aeroporto di Baghdad – US-Air Force); Base H-1 (deserto occidentale iracheno – US-Army); Nassiriya (Sud del paese – US-Army).
• GIORDANIA: Muafaq Salti (US-Army);
• Kuwait: Ahmed al-Jaber Air Base (US-Air Force); Ali Al Salem Air Base (US-Air Force); Camp Doha (US-Air Force); Camp Udairi (Kuwait-City – US-Army); Camp Doha (Ad-Dawhah – Quartier Generale della 3ª Armata – US-Army), Ali al-Salem (US-Army);
• Arabia Saudita: Prince Sultan Air Base (alla periferia di Riad – US-Air Force); King Abdul Aziz Air Base (Dhahran – US-Air Force); Eskan Village Air Base (US-Air Force); King Fahd (Taif – US-Air Force); King Khaled (Khamis Mushayt – US-Air Force); Al-Kharj (US-Air Force); Exmouth(US-Navy); più 5 istallazioni US-Army.
• Emirati Arabi Uniti: Al Dhafra/Sharjah (763º Squadrone dell’Expeditionary Air Refueling – US-Air Force); Al Dhafra Air Base (Abu Dhabi – US Air Force).
• Qatar: Al Udeid (US-Air Force); Al-Sayliyah (US-Air Force);
• Oman: Thumrait (305º Squadrone dell’Air Expeditionary Force – US-Air Force); Dhuwwah/Masirah Island (US-Air Force); Seeb (US-Air Force); Salalah (US-Air Force);
• Bahrein: Sheik Isa (Sitrah, Golfo Arabo-Persico – US-Air Force); Muharraq Air Field (US-Air Force); Juffar (Quartier Generale della Vª Flotta americana – US-Navy).
• Yemen: Base navale di Aden (US-Navy).
• Gibuti: (Corno d’Africa): Le Monier Barracks (US-Air Force); Gibuti/Le Monier (US-Navy).
• Azerbaigian: Kurdamir, Nasosnaya, Guyullah (3 Basi aeree in corso di ammodernamento / realizzazione – US-Air Force).
• Kirghizistan: Manas/Ganci (regione di Bishkek – US-Air Force); Qarshi Hanabad (86ª Rapid Deployment Unit – US-Army)
• Uzbekistan: Kandabad Air Base (Karshi – US-Air Force); Karshi Barracks (10ª Divisione di montagna – US-Army).
• Tagikistan: Tagikistan Air Base (US-Air Force); Khojand, Kulyab, Turgan-Tiube (3 Basi US-Air Force e US-Army, in trattativa per la loro costruzione).
• Afghanistan; Mazar-e-Sharif Air Base (US-Air Force); Pul-i-Kandahar (Kandahar Air Field – US -Air Force), Shindand Air Base (Heart – US-Air Force); Khost Air Base (Paktia – US-Air Force); Bagram (Charikar, Parvan – BAF – US-Air Force); Kandahar (101ª Airborne Division – US-Army); Asadabad (US-Army); Heart (US-Army); Gardez (Paktia – US-Army); Mazar-e-Sharif (Task Force 121 – US-Army); Nimrouz (US-Army – in costruzione); Helmand (US-Army – in costruzione) – nonché le Basi di Orgun, Shkin e Sharan (provincia di Paktika – US-Army).
• Pakistan: Dalbandin Air Base (US-Air Force); Jacobabad Air Base (US-Air Force); Pasni (US-Air Force); Shahbaz Air Base (US-Air Force); Jacobabad Camp (US-Army); Khowst (US-Army).
• Diego Garcia: (Oceano Indiano): Diego Garcia Air Base (US-Air Force); Diego Garcia (Naval base and support facilities – US-Navy).