L’Algeria e la zona esclusiva fino alle acque sarde: l’on. Di Stasio spiega come stanno le cose

Dialogo e commissione tecnica congiunta per delimitare la Zee con l’Algeria.

a cura di Enrico Oliari –

Alcune testate tra cui Il Giornale hanno riportato in questi giorni che l’Algeria si sarebbe appropriata delle acque marine fino a ridosso della Sardegna, caso già arrivato in Parlamento con il deputato leghista Claudio Borghi che ha twittato: “che diamine stiamo facendo a fronte di un’Algeria che unilateralmente dice che il mare davanti alla Sardegna è suo?”.
Risale tuttavia al marzo 2018 il decreto del presidente della Repubblica algerina con il quale viene disegnata la Zee (Zona esclusiva di competenza) del paese nordafricano che arriva proprio ai confini delle acque territoriali italiane, cioè a 12 miglia marine dalla costa sarda.
L’Italia aveva protestato presso l’Onu contro la pretesa algerina già nel novembre 2018, azione alla quale Algeri aveva risposto, non in modo immediato per via della crisi politica, “assicurando al governo italiano la piena disponibilità a lavorare insieme, attraverso il dialogo, al fine di raggiungere una soluzione equa e reciprocamente accettabile sui limiti esterni della zona economica esclusiva dell’Algeria e dell’area marittima italiana, ai sensi dell’articolo 74 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare”.
Il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano ha spiegato alla Camera che è stata organizzata e sarà presto operativa una commissione tecnica mista con la controparte per stabilire i confini marittimi, ma in un momento in cui la questione delle Zee divenuta attualissima, si pensi alla “spartizione” delle acque nel Mediterraneo orientale fra la Turchia e la Libia di Fayez al-Serraj, appare evidente come l’Italia non abbia sempre assicurato i propri interessi nelle acque marine.
In dicembre la deputata Iolanda Di Stasio ha presentato una proposta di legge per l’”Istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale”, ed a lei abbiamo pensato di porre alcune domande per conoscere meglio la situazione:

– On. Di Stasio, ritiene che l’Italia abbia un gap rispetto ad altre nazioni nello stabilire le proprie zone esclusive di competenza?

L’Italia era sicuramente rimasta indietro sul tema, di qui la necessità di creare una governance del mare dedicata, utile sia a sostenere la cultura marittima del nostro Paese, sia a meglio coordinare il cluster marittimo, composto da portatori di interesse e istituzioni civili e militari che operano a vario titolo sul mare. Finalmente l’Italia avrà un efficace strumento di politica estera in grado di tutelare non solo gli interessi nazionali ma anche e soprattutto preservare il mare quale bene comune dell’umanità in quello che è stato definito il “secolo blu”, dove la centralità del mare non è legata solo allo sviluppo sostenibile, ma dovrà tener conto anche delle controversie, il cosiddetto “blue law”“.


– Il sottosegretario Di Stefano ha parlato di una commissione tecnica congiunta per delimitare la Zee con l’Algeria. A che punto siamo?
Su questo si è già espresso in modo esaustivo il nostro sottosegretario Manlio Di Stefano, la Farnesina si è attivata già nel 2018 contro questa iniziativa unilaterale dell’Algeria e al momento il governo italiano sta dialogando con quello algerino e siamo sicuri che si arriverà ad un’intesa. È interesse di tutti che il Mediterraneo sia un punto di incontro e non di scontro per i nostri due Paesi tra i quali intercorrono rapporti amichevoli e propositivi“.

– Cosa si prefigge la Sua proposta di legge?
La zona economica esclusiva riconosce allo Stato costiero il controllo esclusivo su tutte le risorse economiche della zona, sia biologiche sia minerali, così come descritto dall’art. 74 della Convenzione di Montego Bay che prevede la delimitazione di detta zona tra stati frontalieri o contigui si proceda sulla base di accordi tra gli Stati stessi. Nello specifico con questa proposta di legge si potrà istituire una zona di economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale italiano, con la possibilità che questa si estenda fino al limite che sarà stabilito da accordi bilaterali che stipuleremo con gli Stati interessati. Nei limiti della zee, naturalmente, l’Italia potrà esercitare i propri diritti sovrani in materia esplorazione, conservazione e gestione delle risorse naturali. Abbiamo 8mila chilometri di coste sui quali sorgono migliaia di imprese nelle quali lavorano migliaia di persone: l’opportunità che ci offrono le zee sono tutte a vantaggio della nostra economia“.

– Ritiene che possa trovare consenso anche tra le opposizioni e quindi seguire un iter veloce?
Non soltanto lo auspico, ma ritengo che sia un atto di responsabilità da parte dell’opposizione sostenere questa proposta di legge. In ballo non ci sono interessi di una parte o di un’altra, ma dell’intera collettività. Da tempo la nostra nazione era in attesa di una precisa regolamentazione delle zone economiche esclusive. A giovarne sarà il Paese Italia“.