LIBIA. Aerei bombardano Ansar al-Sharia a Derna. Esplosioni a Tobluk

di Enrico Oliari

Libia milizieLa Libia risulta essere un paese sempre più nel caos, con una situazione politica che vede due parlamenti e due governi, in un caso riesumati dai jihadisti dalla precedente Assemblea transitoria a Tripoli, e nell’altro l’assemblea eletta a giungo, riconosciuta dalla comunità internazionale ma annullata di recente dalla Corte costituzionale, cioè i cosiddetti “Parlamento e Governo di Tobruk”.
Oltre a questo, in un quadro di violenze e di illegalità fatto di scontri tra tribù, di bande di trafficanti di droga, uomini e armi e di quant’altro, continuano aspri gli scontri tra i jihadisti, in particolare di Ansar al-Sharia, e le milizie paragovernative, riconducibili a Tripoli con quelle della tribù di Zintan, e a Bengasi con quelle che si riconoscono nel generale Khalifa Haftar.
Nella giornata di oggi vi è sa segnalare l’esplosione di autobombe vicino all’aeroporto di al-Abraq, nei pressi della città orientale di Baida, dove ci sono stati quattro morti, e a Tobruk, dove le persone rimaste uccise sono due (uno il kamikaze), mentre i feriti sono stati 12.
A Derna, centro situato nella parte orientale del paese, le postazioni di Ansar al-Sharia sono state bersagliate dall’azione dei caccia, non si sa bene se dell’aviazione regolare o del generale Haftar, che controlla l’aeroporto di Bengasi: la città ha recentemente dichiarato la propria adesione allo Stato Islamico di al-Baghdadi.
I detrattori del generale Khalifa Haftar sostengono che l’uomo sia in realtà un’espressione della Cia in quanto è stato liberato dagli americani nel 1987 in Ciad, dov’era stato fatto prigioniero in occasione della Guerra delle camionette, ed è rimasto negli Usa fino al 2011, quando è rientrato in Libia per comandare la piazza rivoltosa di Bengasi.
Il ministro italiano degli Esteri Paolo Gentiloni ha espresso in una nota “seria preoccupazione per la violenta esplosione avvenuta oggi a Tobruk e che ha provocato vittime e feriti e costituisce l’ultimo episodio di una lunga serie di atti di violenza che nuocciono alla stabilità e alla causa della riconciliazione nazionale”. “L’attuale situazione – ha aggiunto Gentiloni – è di estrema delicatezza ed azioni come questa non possono che provocare un ulteriore innalzamento della tensione”.
“La fine degli attacchi è il primo passo per avviare una ripresa del dialogo tra le parti ora quanto mai necessaria” ha affermato il titolare della Farnesina.
“Ripresa per la quale – ha concluso Gentiloni – è attivo il Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell’ONU, Bernardino Leon, con il pieno sostegno dell’Italia e della nostra rappresentanza in Libia”.