Libia. Il comandante Guardia costiera, ‘Se tornano le ong aumenteranno i migranti’

di Vanessa Tomassini –

TUNISI. “La ragione principale per la diminuzione del numero di migranti e di arrivi è rappresentata dal fatto che le organizzazioni non governative (ong) sono fuori dai giochi. Se le ong dovessero tornare ad operare in mare, e soprattutto in acque libiche, assisteremo ad un aumento sproporzionato delle partenze, nonché di migranti sulle coste libiche”. A parlare è Abu Ajila Abdelbari, comandante delle motovedette di Tripoli della Guardia Costiera Libica, il quale aggiunge che “Se tornano le navi delle ong, vedremo di nuovo migliaia e migliaia di migranti. I quali sanno che compiere il viaggio via mare su piccoli gommoni è difficile, ma qualora percepissero che c’è di nuovo una chance, che c’è qualcuno pronto ad aspettarli in mare ed aiutarli, anche tutte le persone straniere che oggi stanno lavorando in Libia proveranno a raggiungere l’Italia. Non dobbiamo dimenticare inoltre che è stato dimostrato che alcuni trafficanti erano in contatto diretto con il personale delle ong”.

– Colonnello Abdelbari, negli ultimi giorni non si è fatto altro che parlare della Guardia costiera tunisina, la quale ha tratto in salvo 64 migranti partiti da Tripoli e diretti in Italia. Come mai non sono stati intercettati dalla Guardia costiera libica?
Va precisato che i 64 migranti si trovavano in acque libiche. Sono stati avvistati dalla Guardia costiera libica mentre navigavano vicino alla piattaforma petrolifera di al-Jjurf, e sono stati tratti in salvo dalla nave petrolifera Sarost 5 che li ha consegnati alla Marina tunisina su autorizzazione della Guardia costiera libica. Altrimenti come faceva un’imbarcazione partita da Tripoli e diretta verso l’Italia ad arrivare a Medenine, in Tunisia? Ritengo impossibile inoltre che i migranti fossero partiti da Tripoli, penso sia plausibile che la barca fosse partita da Abu Kammash, vicino al confine di Ras Agedir. Da qui, ma anche dalla Tunisia i migranti continuano a partire e quando incontrano condizioni avverse navigano vicino alle piattaforme petrolifere per essere tratti in salvo. Ad ogni modo c’è una collaborazione tra la Guardia costiera tunisina e la Guardia costiera libica, in quanto le operazioni di ricerca e salvataggio si intersecano nelle acque tunisine. Le nostre motovedette sono impegnate fino al confine tra la Libia e la Tunisia e la legge prevede che qualora ci sia una motovedetta o un’imbarcazione, nel raggio di 5 km, questa è chiamata ad intervenire”.

– Quindi oggi la Guardia costiera libica controlla tutta la costa occidentale da Tripoli al confine tunisino? Tutti i punti tra cui Sabratha, Zawia e Zuara sono stati riattivati?
Le nostre motovedette controllano tutta la costa occidentale, tuttavia abbiamo dei punti attivi ed altri inattivi, quelli attivi sono equipaggiati con materiale come i gommoni, quelli inattivi invece condividono solamente con noi le informazioni sui migranti, sui trafficanti, sui punti caldi di partenza”.

– Due migranti dei 64 ora a Medenine sono pakistani. Come arrivano i migranti di nazionalità pakistana a Tripoli? Attraversano il Paese dalla Cirenaica?
Nel 2018 sono stati rari gli incidenti in mare con migranti di origine pakistana. Queste persone spesso arrivano in Libia attraverso gli aeroporti in cerca di lavoro. Arrivano a Tripoli o in altre città con questo pretesto, ma il vero obiettivo è quello di compiere il viaggio in mare verso le coste europee. Arrivano con l’idea di immigrare, prendere contatti con qualche trafficante che possa farli arrivare in Europa. Molti arrivano con contratti di lavoro con compagnie operanti in Libia, impegnate nella realizzazione di infrastrutture o società di costruzione. Non conosco bene le dinamiche perché non è il mio lavoro, il controllo del territorio spetta alle agenzie di sicurezza come la Rada, ma sono sicuro che i migranti provenienti da Bangladesh e Pakistan non arrivano a Tripoli dalla regione orientale, non attraversano cioè il Paese”.

– Da quando sono iniziate le operazioni militari dell’esercito orientale, Libyan National Army (LNA), nel sud della Libia, avete visto delle differenze lungo la costa?
Ora nel sud stanno cercando di controllare i confini e certamente i migranti che provavano ad entrare in Libia, e soprattutto i trafficanti impegnati nel trasferire i migranti dalla regione meridionale verso la costa, non sono più così liberi di muoversi per via della presenza militare sul territorio. Ad ogni modo, la cosa più importante è che la Guardia costiera libica sta lavorando bene e che le ong restano fuori dalle operazioni”.